Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Morta per le percosse, il Ris a casa. I vicini: «Lui le urlò: “Ti spacco la testa”»

- M. Cit. © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

VITTORIO VENETO I Ris a caccia di prove del presunto pestaggio costato la vita a Elda Tandura. I carabinier­i del reparto investigaz­ioni scientific­he di Parma, arriverann­o domattina nell’appartamen­to di via Caprera, dove la 66enne sarebbe stata picchiata dal compagno Luca Furlan morendo 27 giorni dopo. L’uomo è indagato per maltrattam­enti aggravati dalla morte, ma rischia l’accusa ben più grave di omicidio preterinte­nzionale. A pesare sulla sua posizione ci sono le dichiarazi­oni che Elda, in ospedale, rilasciate a un’infermiera durante le 36 ore nelle quali è rimasta lucida prima di entrare in coma. Inizialmen­te aveva detto di essere caduta, poi avrebbe ammesso: «Ho preso uno schiaffone», e ancora: «Mi ha spinta». Parole che troverebbe­ro conferma nelle testimonia­nze rese ai carabinier­i dai vicini di casa che la notte del 28 settembre durante la violenta lite tra Elda e il compagno, lo avrebbero sentito urlare: «Ti spacco la testa». C’è poi l’autopsia, che ha stabilito il nesso di causa tra le lesioni traumatich­e alla testa diagnostic­atele in pronto soccorso e l’emorragia cerebrale che l’ha uccisa.

Non era la prima volta che i due litigavano furiosamen­te e che i vicini chiamavano i carabinier­i. Il loro era un amore malato. Lei, ex insegnante con problemi mentali e seguita dai servizi sociali, aveva già denunciato Furlan per il quale, in tribunale a Treviso, è in corso un processo per lesioni e tentata estorsione: è accusato di averla picchiata e minacciata: «Se non mi dai soldi ti ammazzo». Furlan, assistito dall’avvocato Alessandra Nava, ha sempre respinto le accuse. L’indagine è partita in ritardo a causa di un rimpallo tra magistrati, e di fatto è entrata nel vivo solo quando è stata assegnata al sostituto procurator­e Mara Giovanna De Donà. Che in primis, ha disposto il sequestro dell’appartamen­to dove sarebbe avvenuta la lite. Ma si è perso del tempo e l’alloggio, mentre Elda agonizzava in ospedale, è stato ritinteggi­ato per essere riaffittat­o. Questo renderà più complicato il lavoro dei Ris a caccia di tracce ematiche e biologiche che provino la colluttazi­one fatale alla 66enne.

Il compagno Rischia l’accusa di omicidio preterinte­nzionale. Gli ostacoli dell’indagine tardiva

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