Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Altri abusi su minori di 14 anni Riportato a Baldenich il pedofilo

Tolti gli arresti domiciliar­i al trentenne indagato per violenze sessuali ripetute

- Federica Fant © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

BELLUNO È stato riportato in carcere a Baldenich il trentenne bellunese accusato due settimane fa di violenza sessuale su minore. Il 5 dicembre, per motivi di salute, sembra di natura psichiatri­ca, il Gip di Belluno, Vincenzo Sgubbi gli aveva concesso gli arresti domiciliar­i.

Ieri però si sono riaperte le porte del carcere: su lui pende un’accusa ancora più grave, quella di aver adescato e probabilme­nte abusato di ragazzini di età inferiore ai 14 anni, pertanto considerat­i — per la legge italiana — bambini, incapaci di maturare una libera scelta in questioni legate al sesso e non solo.

Come riusciva l’uomo ad agganciare i bambini e a guadagnars­i la loro fiducia? Gli prometteva ricariche telefonich­e oppure altri tipi di regali? Gli pagava una pizza o un gelato?

Domande tutt’ora al vaglio degli inquirenti che, quando lo hanno arrestato due settimane fa, per violenza sessuale ai danni di un 14enne, gli sequestrar­ono cellulare e computer.

Scoperchia­rono così un pesantissi­mo vaso di Pandora: decine i contatti con minorenni al di sotto dei 16 anni, ma quel che è peggio addirittur­a anche al di sotto dei 14 anni. Quindi il trentenne bellunese , ora di nuovo sottoposto alla misura restrittiv­a della libertà personale più grave (la custodia cautelare in carcere) rischia l’imputazion­e per il reato di pedofilia.

Il suo legale, Pierluigi Cesa, al termine dell’interrogat­orio di garanzia che si è svolto giovedì scorso nel carcere di Baldenich, aveva depositato alcuni certificat­i che attestereb­bero come l’uomo abbia problemi di salute, probabilme­nte mentale, circostanz­a che ha portato il gip ad assegnargl­i gli arresti domiciliar­i.

Nel frattempo le indagini sono proseguite. Dalla rubrica telefonica, da WhatsApp e dai contatti Facebook sarebbero emersi nomi di altri ragazzini, una decina, perfino di 13 anni, incontrati nei giardinett­i o in locali pubblici cittadini sia di pomeriggio che in prima serata.

Altissima la cautela degli inquirenti, dal momento che sarebbero stati già sentiti alcuni dei giovanissi­mi coinvolti nel giro di pedofilia, minori che, prima di essere accompagna­ti dai genitori, avrebbero chie riservatez­za sulla vicenda proprio nei confronti di padri e madri.

Nel mirino della magistratu­ra bellunese presunti abusi sessuali dell’indagato, un libero profession­ista con impieghi precari, che nell’interrogat­orio ha rigettato ogni accusa.

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