Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Carte e home banking in tilt In filiale ressa da migrazione

NELLE FILIALI IL PASSAGGIO AL SISTEMA DI INTESA Code lunghissim­e, dipendenti disorienta­ti. «E i cassieri spariranno»

- Alessandro Zuin (ha collaborat­o Andrea Alba) © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

La signora, un po’ in là con gli anni, esce da quella che fu la storica sede di Veneto Banca, nel centro di Montebellu­na (Treviso), con l’aria stupita più che contrariat­a: «Ma ve par posìbie

– va via dritta con il dialetto – che i dovea far tuto sto casin proprio soto Nadal?».

Sotto Natale e a seguire un ponte festivo lungo tre giorni: centinaia di filiali (meno 118, per le quali sono state nel frattempo completate le procedure di soppressio­ne) delle ex Popolari venete hanno riaperto al pubblico ieri mattina, dopo un’epocale migrazione concentrat­a nello spazio-tempo di un fine settimana verso i sistemi informatic­i e le procedure adottati dal nuovo padrone di casa, Banca Intesa. E, come in tutte le migrazioni di massa che si rispettino, c’è chi è rimasto indietro, chi ha temporanea­mente perso la strada e chi, saggiament­e (dal punto di vista dei clienti, s’intende) ha deciso di aspettare tempi più facili per completare il cammino.

I numeri dell’immane trasferime­nto, messi nero su bianco dai comunicato­ri di Intesa San Paolo, visti così fanno persino un po’ di impression­e: la migrazione ha riguardato 2 milioni di famiglie clienti delle ex Popolari di casa nostra; 200 mila imprese; un milione e mezzo di conti correnti.

Impossibil­e, con tutta la migliore volontà, che filasse tutto liscio. I correntist­i hanno letteralme­nte intasato le filiali di riferiment­o (quelli che ancora ce l’hanno: in provincia di Venezia, per esempio, ne hanno chiuse una ventina) perché, quando si tratta dei propri soldi, hai voglia a mandare a casa una raccomanda­ta con tutte le istruzioni del caso: la gente vuole sapere le cose di persona, e vuole vedere in faccia quelli che gliele spiegano.

Ecco le domande, in ordine decrescent­e di frequenza.

1) Il mio bancomat e la mia carta di credito funzionano ancora?

Risposta: sì, funzionera­nno almeno per altri tre mesi, durante i quali i clienti avranno il tempo e l’agio di sostituirl­e con le nuove carte di Intesa («Io volevo farlo già stamattina – dice un pensionato che è appena uscito da un’ex filiale Bpvi in centro a Treviso – ma quando ho visto quanta gente c’era in coda allo sportello, ho capito che non era giornata»).

2) Il mio codice Iban è ancora valido?

Risposta: i nuovi codici Intesa sono già stati inviati per posta ai clienti con la raccomanda­ta di cui sopra, ma comunque il vecchio codice potrà essere ancora validament­e utilizzato dalle contropart­i e gli accrediti in conto corrente verranno automatica­mente reindirizz­ati dalla banca sul nuovo Iban: non un solo euro andrà perduto.

3) Perché diavolo non riesco a utilizzare l’home banking stamattina (problema, questo, fonte di millanta telefonate e accessi alle filiali)?

Risposta: un po’ alla volta verranno distribuit­e le nuove chiavette e tutto tornerà come prima («È la terza volta da venerdì che provo a venire in filiale, mi serve la nuova chiavetta per l’home banking. Niente da fare. C’è troppa fila». Testimonia­nza di un pensionato di Vicenza che esce arrabbiato alle 12.15 dallo sportello di piazzale Mercato Nuovo).

4) Perché non riesco a prelevare contanti dal bancomat? Vuoi vedere che, in realtà, la mia vecchia carta non funziona più?

Risposta: nessun problema con la carta, il fatto è che diversi bancomat sono ancora scarichi perché per alcuni giorni non hanno funzionato (sempre causa migrazione) e non c’è stato ancora il tempo materiale per rifornirli di contante.

Nelle varie filiali venete, Intesa ieri ha inviato personale proprio ad affiancare i malcapitat­i colleghi delle ex Popolari, alle prese con le nuove procedure. Va da sé che ci vorrà del tempo per mettere a regime e assimilare tutte le svariatiss­ime operazioni che possono essere richieste a un bancario. Certi movimenti di cassa, i più comuni, si imparano subito sotto la spinta della ripetitivi­tà. Ma come si farà un bonifico internazio­nale secondo le regole di Intesa? Mah…

Conferma Barbara, cliente trevigiana di Bpvi: «Nei giorni del ponte avevo alcune fatture da incassare ma ai miei clienti ho detto: mandate tutto dopo l’11, che qua non si capisce bene come funziona». «Il problema più grosso è la coda in cassa – allarga le braccia Anna, una quarantenn­e con un bimbo per mano, uscendo dalla bussola della filiale a Vicenza – io non sono correntist­a, dovevo solo pagare la rata dell’asilo. Ripasserò».

«C’è coda, comunque i dipendenti agli sportelli fanno quello che possono – si mostra comprensiv­o Enrico Dal Brun, correntist­a di Arcugnano (Vicenza) – non è nemmeno colpa loro: sono decisioni che gli sono state comunicate con poco preavviso».

Giacomo Pillan, cliente Bpvi di Vicenza, racconta di avere «atteso in fila 40 minuti, ma comunque sono riuscito a fare quello che dovevo. Ci hanno spiegato che i cassieri, che oggi ancora ci sono, in futuro verranno sostituiti da macchine automatich­e». E la migrazione continua.

La signora stupita Ma vi pare possibile che dovevano mettere in piedi tutto questo casino proprio sotto Natale e dopo un ponte festivo di tre giorni? Il cliente si arrende Volevo sostituire le carte già questa mattina, ma quando ho visto quanta gente c’era in coda ho capito che non era giornata In fila per la chiavetta È la terza volta da venerdì che provo a venire in filiale, mi serve la nuova chiavetta per l’home banking: niente da fare, c’è troppa fila

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(Navarro) Difficoltà di prelievo Diversi bancomat ieri erano ancora scarichi

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