Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Zaia e il vescovo, scontro in Consiglio
Polemica su «prima i veneti», dal centrosinistra bordate sul governatore: «Offensivo»
Le parole del vescovo Gianfranco Agostino Gardin sono diventate terreno di scontro politico dopo la risposta del governatore Luca Zaia, scatenando una dura presa di posizione da parte del PD e degli esponenti di centrosinistra in Consiglio comunale a Treviso: ieri pomeriggio a Palazzo dei Trecento è stato l’argomento più discusso, con toni aspri e polemiche. Nel tradizionale incontro con gli amministratori trevigiani, il vescovo aveva invitato a non alzare steccati e promuovere la solidarietà, rinunciando agli slogan «prima i veneti» e «prima i trevigiani», cari alla Lega e a movimenti di destra. Zaia ha ribadito il suo mantra, sottolineando che «il vescovo si occupa di anime e gli amministratori dei corpi», che l’accoglienza non è mai stata negata ma che deve rispondere a regole.
«Un delirio di onnipotenza – ha commentato il segretario provinciale del Pd Giovanni Zorzi -. Si permette addirittura di dire al vescovo cosa deve fare. Mi dispiace per chi si è sentito chiamato in causa, ma il vescovo si è rivolto proprio alle anime e alle loro paure, prima fra tutte quella di sentirsi insicure e abbandonate, e non ai corpi. Le sue parole devono far riflettere chi ha responsabilità di governare territori e comunità, anziché indurli a sollevare sterili polemiche, con slogan e pulsioni che alimentano sfiducia e rancore a soli fini elettorali».
«Il discorso del vescovo è stato molto alto e non politico – ha detto il sindaco Giovanni Manildo –. Zaia deve cogliere questa profondità nella libertà di pensiero, è nostro compito costruire una società migliore».
Ma è durante la seduta che si sono susseguiti gli interventi, a partire da quello di Gian Mario Bozzo (Per Treviso): «Cesare non può dire cosa può fare il pastore di Dio. Non si oltraggiano i simboli della fede per fare propaganda politica e non tolleriamo che i nostri pastori vengano offesi così». Anche i consiglieri Pd Antonella Tocchetto e Stefano Pelloni hanno sottolineato che «l’accoglienza è un dovere degli amministratori, senza sollevare paure ed egoismi», così sono dovuti correre in difesa del governatore i consiglieri leghisti. «Il discorso del vescovo è stato molto profondo e ha toccato molti temi, fra i quali il lavoro e la solitudine – è intervenuto Giancarlo Iannicelli -. Si vogliono innescare polemiche ma Zaia ha ricordato la grande accoglienza di Treviso e del Veneto verso chi ne ha bisogno e chi lo merita; per chi mina i valori cristiani le porte sono sbarrate». E il capogruppo e candidato sindaco leghista Mario Conte: «Credo che anche il vescovo dovrebbe concordare su un patto di civiltà perché i trevigiani, leghisti compresi, sono assolutamente favorevoli all’accoglienza di chi ne ha i requisiti, di chi accetta le regole e la cultura del Paese ospitante. Su temi di questa importanza credo non sia corretto strumentalizzare, al fine di evitare inutili tensioni».