Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Autonomia, la Provincia accelera «Subito caccia, pesca e turismo»
Il presidente Padrin alla Regione: «Adesso trattiamo per l’intesa politica»
La Provincia accelera nelle trattative con la Regione. «Alcune funzioni devono tornare subito a Belluno», ha commentato il presidente Roberto Padrin che continua a concentrare l’attenzione su «caccia e pesca», «difesa del suolo» e «turismo». Sono passati due mesi dal voto sul referendum provinciale in cui si era espresso il 52,25% degli aventi diritto.
Il sì aveva vinto con il 98,67% e, dopo lo spoglio delle schede, Padrin aveva organizzato un incontro informale con i sindaci dei comuni bellunesi presentando un documento sul percorso da intraprendere con Stato e Regione. Al primo avrebbe chiesto una modifica della legge Delrio. Alla seconda una ridefinizione dei contenuti e delle applicazioni della legge 25 a partire dalla ricollocazione in seno alla Provincia di alcune funzioni e risorse. Lunedì scorso l’inquilino di Palazzo Piloni ha consegnato in Regione una lettera, approvata in assemblea dei sindaci, in cui viene chiesto un «tavolo istituzionale, e non solo tecnico, in grado di fissare nei prossimi mesi, un’intesa politica attuativa della legge 25 del 2014 e il superamento del “vulnus” recentemente aperto in materia di caccia e pesca».
La legge regionale 27 del 2017 aveva riportato in capo alla giunta regionale le funzioni amministrative esercitate dalla Provincia di Belluno in materia di caccia e pesca. «Sul turismo per ora soprassediamo – ha chiarito Padrin – Caccia e pesca la chiediamo in toto. Mentre per difesa del suolo la questione è molto complessa. Nell’assemblea dei sindaci di giovedì prossimo chiederò di approvare un documento per andare a trattare i contenuti di questo passaggio con la Regione. Ci sono in gioco i soldi del demanio idrico, il genio civile, la programmazione della difesa del suolo e del dissesto idrogeologico. Questa è la partita più importante. Vorrei sviluppare una programmazione concertata con la regione sugli interventi da fare sul nostro territorio».
Accelerazione e stallo, quindi. Se da un lato il presidente della Provincia chiede trattative chiare e veloci con la Regione dall’altra blocca il processo di conferimento delle funzioni. «La prima richiesta è che dal disegno di legge di iniziativa della giunta regionale – si legge nel documento presentato lunedì – venga stralciato il titolo IV riguardante il conferimento di funzioni alla Provincia di Belluno in attuazione della legge 25 del 2014 e che quindi l’oggetto del disegno di legge resti il riordino delle funzioni delle altre province con la previsione espressa che rimanga estranea la Provincia di Belluno».
Nella lettera viene sottolineata la necessità che il percorso sia graduale ma da programmare in tempi certi e determinati con priorità sulle tre funzioni già elencate. «Per realizzare un’intesa che possa realmente portare benefici alla comunità bellunese in termini di buon funzionamento dei servizi – ha concluso Padrin – occorre acquisire dagli uffici regionali un quadro conoscitivo delle attività, delle procedure operative, delle spese e delle risorse umane collegate alle funzioni da decentrare, al netto delle funzioni unitarie che permangono alla Regione».
Padrin In gioco ci sono i soldi del Demanio idrico e del Genio civile