Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Ludovico Girardello nel nuovo film «Ragazzo invisibile»

Presentato ieri a Roma «Ragazzo invisibile - Seconda generazion­e», nuovo film di Gabriele Salvatores girato a Trieste. A vestire i panni del giovane speciale ancora una volta il trevigiano che si racconta, tra scuola, amici e teatro

- D’Ascenzo

T re anni dopo la prima puntata della saga, Ludovico Girardello, di Vittorio Veneto, Treviso, 17 anni e una solida formazione teatrale all’Accademia «Da Ponte», torna a indossare la tutina nera «sottovuoto» del «Ragazzo invisibile» del regista premio Oscar Gabriele Salvatores. Col sequel, che ha come sottotitol­o «Seconda generazion­e» e uscirà il 4 gennaio in 400 copie, sfida i colossi americani e gli assi pigliatutt­o degli incassi di Natale, da «Star Wars 8» ai cinepanett­oni. Il film, visto ieri in anteprima a Roma, è la storia di Michele Silenzi, ragazzino che vive a Trieste con la madre, Valeria Golino, e nel primo capitolo aveva scoperto di poter diventare invisibile e di appartener­e a una genia di «speciali». Nel secondo capitolo le certezze del suo mondo saranno distrutte e capovolte più volte. Michele proverà il dolore di perdere la propria famiglia, trovarne un’altra e inventarsi un futuro. All’inizio usa l’invisibili­tà per copiare nei compiti in classe, alla fine… Beh, meglio non dirlo, ma diventerà grande.

Ludovico, tra il primo e il secondo capitolo della saga hai girato anche il film di Mario Martone «Capri-Batterie». Come si fa a conciliare l’impegno su set così importanti, il teatro e la scuola?

«Eh, io sono stato bocciato due volte! Prima perché ho fatto tre mesi di assenza, poi... beh, per colpa mia. Ora faccio il Liceo delle Scienze umane. Però penso che se uno deve seguire le proprie passioni debba seguirle e basta».

Rispetto al primo film sei più supereroe. C’è più azione. Come ti sei trovato in questo nuovo set?

«È stata un’esperienza diversa, per me è stato super divertente. Nel secondo film c’è molta più “ciccia”. Il primo per noi era un prologo. È stato più facile per l’esperienza cinematogr­afica fatta nel frattempo: il primo era un gioco, il secondo era già più “film”».

Nel film hai 16 anni, hai perso la mamma che ti ha cresciuto e sei in guerra col mondo. Hai messo del tuo in que-

sto adolescent­e in lotta? Sei in quella fase anche tu?

«Nella mia vita mi sento più avanti di Michele, perché mi trovo sempre con persone più grandi, nella mia compagnia d’amici hanno tutti dai vent’anni in su. Ho messo in Michele molte delle cose che ho vissuto e che penso di aver superato».

Pensi che i ragazzi che vedranno questo film possano immedesima­rsi nel ragazzino che ha il potere di rendersi invisibile?

«Più che di immedesima­zione, io parlerei di specchio. Michele prova tutte le emozioni, dalla paura alla rabbia all’infelicità. In questo senso il film è credibile. E i ragazzi usciranno dal cinema dicendo: “E’ così che succede”».

Quali sono i tuoi prossimi progetti?

«Tutti nel teatro. Il 23 sarò in scena con “Hansel e Gretel” con le mie sorelle, Federica ed Elena. Ad aprile, maggio riprenderò il “Romeo e Giulietta” sempre a teatro. A fine aprile debutterò con una mia regia in un testo per bambini, “Robin Hood”, riadattato dalla Disney. Poi farò il «Titus Andronicus» di Shakespear­e e sto lavorando su un copione per ragazzi di 13-14 anni adattato da Shakespear­e».

E il film di Martone quando uscirà?

«Dovrebbe uscire l’anno prossimo. Con lui, come con Salvatores, mi sono trovato benissimo perché entrambi vengono dal teatro e sanno cosa vuol dire fare gruppo».

 ??  ?? In scena Ludovico Girardello, a destra, insieme al regista Gabriele Salvatores e alla coprotagon­ista Galatea Bellugi, durante le riprese
In scena Ludovico Girardello, a destra, insieme al regista Gabriele Salvatores e alla coprotagon­ista Galatea Bellugi, durante le riprese
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