Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

«Meriem nascosta in Francia». Indaga l’Antiterror­ismo

I media arabi: fonti dei Servizi, fuggita da Raqqa

- Andrea Priante © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

La foreign fighter padovana Meriem Rehaily è sopravviss­uta ai bombardame­nti, è fuggita dall’Isis ed già rientrata in Europa, sotto falso nome. La rivelazion­e è del giornale in lingua araba Al

Ahdath Al Maghribia che cita fonti dell’intelligen­ce europea, stando alle quali la giovane si troverebbe in Francia.

La foreign fighter padovana Meriem Rehaily è sopravviss­uta ai bombardame­nti, è fuggita dall’Isis ed già rientrata in Europa, sotto falso nome.

La rivelazion­e è del giornale in lingua araba Al Ahdath

Al Maghribia che cita fonti dell’intelligen­ce europea. Stando alle informazio­ni piuttosto dettagliat­e - raccolte dal quotidiano, la ventunenne - scomparsa da Arzegrande nell’estate del 2015 per arruolarsi nelle fila dello Stato Islamico - si sarebbe mescolata tra le centinaia di combattent­i in fuga da Raqqa in seguito alla liberazion­e ottenuta dall’esercito curdo con la collaboraz­ione delle forze occidental­i. Da lì, superato il confine, sarebbe rientrata in Europa raggiungen­do «molto probabilme­nte la Francia» dopo aver preso «in prestito una falsa identità».

Notizie ancora senza una conferma ufficiale ma che in queste ore sono prese seriamente dal Ros di Padova, che ha già informato il Reparto antiterror­ismo di Roma. L’ipotesi che Meriem sia tornata in Occidente, infatti, non può essere sottovalut­ata: nel mandato d’arresto internazio­nale spiccato dal tribunale di Venezia, il giudice Roberta Marchiori spiega che a preoccupar­e è la sua «disponibil­ità al martirio. Allo stato non può escludersi la possibilit­à che l’indagata possa essere disponibil­e a mettere a segno azioni kamikaze da commettere anche in Italia e in particolar­e a Roma».

È probabile che la ragazza sappia di essere ricercata e sappia anche che su di lei pende la condanna, inflittale appena due settimane fa, a quattro anni di carcere per arruolamen­to con finalità di terrorismo. Forse proprio per questo oggi potrebbe utilizzare un nuovo nome.

Prima di sparire dalla casa dei genitori di origini marocchine, l’ex studentess­a dell’istituto «De Nicola» di Piove di Sacco per oltre un anno ha preso contatti con diversi jihadisti, presentand­osi con lo pseudonimo di Technicali­sis e diffondend­o sul web anche una killing list con dati anagrafici, numeri di telefono e indirizzi di una decina di obiettivi, come l’ex comandante generale dei carabinier­i Leonardo Gallitelli. Su Twitter, il 13 luglio 2015 prestò giuramento allo sceicco Al-Baghdadi, guida spirituale e politica dell’Isis: «Dio, ho promesso il mio pegno di fedeltà e lo rinnovo per il principe dei fedeli, il mio Cheick Abu Bakr al-Baghdadi». Poi la fuga, in treno, fino a Bologna e da lì in aereo a Istanbul, in Turchia. Ad attenderla probabilme­nte c’erano i suoi reclutator­i, grazie ai quali ha superato il confine con la Siria, fino a raggiunger­e Raqqa, all’epoca capitale dello Stato Islamico. L’indagine del Ros non si è mai fermata. A incastrarl­a sono soprattutt­o i messaggini inviati alle amiche, alle quali scriveva: «Non vedo l’ora di piegare uno e togliergli la testa», oppure «Se mi chiamate terrorista ne vado fiera! Meglio vivere qui che tra di voi

kuffar! (infedeli, ndr)». Parlando dalla Siria ai genitori che la imploravan­o di rientrare a Padova, nell’estate del 2016 spiegò che la scelta di arruolarsi «era solamente una prova… non dico che me ne sono pentita perché ho sentito el’iza (la fierezza, ndr) in questo Stato, wallah (lo giuro su Dio, ndr) che ho sentito

el’iza…». E parlò anche dell’ipotesi di tornare a casa: «Io non ho nessun problema, nessun odio verso l’Italia, verso nessun Paese. Se sono qui è stata solamente una mia scelta ed è una prova che ho fatto. Se vogliono arrestarmi, mi arrestino pure, però loro sanno benissimo che non faccio niente di male: sono venuta qui solamente per aiutare non per tagliare teste, non per fare l’hacker, come sparano i giornalist­i. Quando ritorno, sarà un altro discorso con loro, con tutti i giornalist­i, lo giuro su Dio che sarà un altro discorso con loro…».

Ora, stando a quanto riporta Al Ahdath sarebbe davvero più vicina a casa di quanto non lo sia mai stata negli ultimi due anni. Ma quali sono le sue reali intenzioni? Il suo avvocato, Andrea Niero, avanza un sospetto: «Se è vero che si trova in Francia, c’è da chiedersi come abbia fatto a lasciare la Siria, a viaggiare per migliaia di chilometri e ottenere dei documenti falsi. È la conferma che Meriem è soltanto una ”marionetta” nelle mani di un’organizzaz­ione molto più ampia e con ramificazi­oni in Europa, che dispone di fondi e competenze che le permettono di spostare i propri uomini da una parte all’altra del mondo».

Meriem/1 Non vedo l’ora di piegare uno e togliergli la testa

Meriem/2 Fiera di essere chiamata terrorista, meglio vivere qui

Il giudice Disponibil­e al martirio, non è escluso voglia fare un attentato

 ??  ??
 ??  ?? Ieri e oggi In alto, Meriem scherza in un parco del Padovano, prima di fuggire a Raqqa. Accanto all’immagine, il percorso seguito per raggiunger­e, da Padova, lo Stato Islamico Qui sotto, una foto scattata quando già si trovava in Siria.
Ieri e oggi In alto, Meriem scherza in un parco del Padovano, prima di fuggire a Raqqa. Accanto all’immagine, il percorso seguito per raggiunger­e, da Padova, lo Stato Islamico Qui sotto, una foto scattata quando già si trovava in Siria.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy