Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
«Meriem nascosta in Francia». Indaga l’Antiterrorismo
I media arabi: fonti dei Servizi, fuggita da Raqqa
La foreign fighter padovana Meriem Rehaily è sopravvissuta ai bombardamenti, è fuggita dall’Isis ed già rientrata in Europa, sotto falso nome. La rivelazione è del giornale in lingua araba Al
Ahdath Al Maghribia che cita fonti dell’intelligence europea, stando alle quali la giovane si troverebbe in Francia.
La foreign fighter padovana Meriem Rehaily è sopravvissuta ai bombardamenti, è fuggita dall’Isis ed già rientrata in Europa, sotto falso nome.
La rivelazione è del giornale in lingua araba Al Ahdath
Al Maghribia che cita fonti dell’intelligence europea. Stando alle informazioni piuttosto dettagliate - raccolte dal quotidiano, la ventunenne - scomparsa da Arzegrande nell’estate del 2015 per arruolarsi nelle fila dello Stato Islamico - si sarebbe mescolata tra le centinaia di combattenti in fuga da Raqqa in seguito alla liberazione ottenuta dall’esercito curdo con la collaborazione delle forze occidentali. Da lì, superato il confine, sarebbe rientrata in Europa raggiungendo «molto probabilmente la Francia» dopo aver preso «in prestito una falsa identità».
Notizie ancora senza una conferma ufficiale ma che in queste ore sono prese seriamente dal Ros di Padova, che ha già informato il Reparto antiterrorismo di Roma. L’ipotesi che Meriem sia tornata in Occidente, infatti, non può essere sottovalutata: nel mandato d’arresto internazionale spiccato dal tribunale di Venezia, il giudice Roberta Marchiori spiega che a preoccupare è la sua «disponibilità al martirio. Allo stato non può escludersi la possibilità che l’indagata possa essere disponibile a mettere a segno azioni kamikaze da commettere anche in Italia e in particolare a Roma».
È probabile che la ragazza sappia di essere ricercata e sappia anche che su di lei pende la condanna, inflittale appena due settimane fa, a quattro anni di carcere per arruolamento con finalità di terrorismo. Forse proprio per questo oggi potrebbe utilizzare un nuovo nome.
Prima di sparire dalla casa dei genitori di origini marocchine, l’ex studentessa dell’istituto «De Nicola» di Piove di Sacco per oltre un anno ha preso contatti con diversi jihadisti, presentandosi con lo pseudonimo di Technicalisis e diffondendo sul web anche una killing list con dati anagrafici, numeri di telefono e indirizzi di una decina di obiettivi, come l’ex comandante generale dei carabinieri Leonardo Gallitelli. Su Twitter, il 13 luglio 2015 prestò giuramento allo sceicco Al-Baghdadi, guida spirituale e politica dell’Isis: «Dio, ho promesso il mio pegno di fedeltà e lo rinnovo per il principe dei fedeli, il mio Cheick Abu Bakr al-Baghdadi». Poi la fuga, in treno, fino a Bologna e da lì in aereo a Istanbul, in Turchia. Ad attenderla probabilmente c’erano i suoi reclutatori, grazie ai quali ha superato il confine con la Siria, fino a raggiungere Raqqa, all’epoca capitale dello Stato Islamico. L’indagine del Ros non si è mai fermata. A incastrarla sono soprattutto i messaggini inviati alle amiche, alle quali scriveva: «Non vedo l’ora di piegare uno e togliergli la testa», oppure «Se mi chiamate terrorista ne vado fiera! Meglio vivere qui che tra di voi
kuffar! (infedeli, ndr)». Parlando dalla Siria ai genitori che la imploravano di rientrare a Padova, nell’estate del 2016 spiegò che la scelta di arruolarsi «era solamente una prova… non dico che me ne sono pentita perché ho sentito el’iza (la fierezza, ndr) in questo Stato, wallah (lo giuro su Dio, ndr) che ho sentito
el’iza…». E parlò anche dell’ipotesi di tornare a casa: «Io non ho nessun problema, nessun odio verso l’Italia, verso nessun Paese. Se sono qui è stata solamente una mia scelta ed è una prova che ho fatto. Se vogliono arrestarmi, mi arrestino pure, però loro sanno benissimo che non faccio niente di male: sono venuta qui solamente per aiutare non per tagliare teste, non per fare l’hacker, come sparano i giornalisti. Quando ritorno, sarà un altro discorso con loro, con tutti i giornalisti, lo giuro su Dio che sarà un altro discorso con loro…».
Ora, stando a quanto riporta Al Ahdath sarebbe davvero più vicina a casa di quanto non lo sia mai stata negli ultimi due anni. Ma quali sono le sue reali intenzioni? Il suo avvocato, Andrea Niero, avanza un sospetto: «Se è vero che si trova in Francia, c’è da chiedersi come abbia fatto a lasciare la Siria, a viaggiare per migliaia di chilometri e ottenere dei documenti falsi. È la conferma che Meriem è soltanto una ”marionetta” nelle mani di un’organizzazione molto più ampia e con ramificazioni in Europa, che dispone di fondi e competenze che le permettono di spostare i propri uomini da una parte all’altra del mondo».
Meriem/1 Non vedo l’ora di piegare uno e togliergli la testa
Meriem/2 Fiera di essere chiamata terrorista, meglio vivere qui
Il giudice Disponibile al martirio, non è escluso voglia fare un attentato