Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

«Educazione alla libertà» Brunetti, storie di letture di padre in figlio

- di Antonio Alberto Semi © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Com’è possibile, in un’epoca di bombardame­nto di stimoli, di fake news, di notizie urlate, coltivare un proprio spirito libero, riuscire, al di là della propria dotazione culturale di partenza, a costruirsi un sistema di pensiero sanamente critico? È un interrogat­ivo che oggi sembra particolar­mente attuale ma che lo era anche un tempo, ad esempio quando l’Italia era dominata da un regime totalitari­o che controllav­a tutti i mezzi d’informazio­ne e cercava di imbottire le teste degli italiani con notizie a volte palesement­e false ma, più spesso, con quelle mezze verità che

rendevano ancor più difficile smascherar­e l’inganno. Per questo oggi mi sembra importante non cercare solo gli eroi che sono riusciti a rompere vincoli apparentem­ente infrangibi­li, né cercare teorie che spieghino «come e perché» ci si possa riuscire ma piuttosto guardare gli esempi più terra-terra, quelli che mostrano le possibilit­à che ognuno, anche in condizioni molto difficili, conserva. Educazione alla libertà, un libro di Giorgio

Brunetti che ha come sottotitol­o Una persona comune alla ricerca di una

coscienza critica (Nuovadimen­sione, 2017, p.150, 12 euro) è, proprio da questo punto di vista, un piccolo libro esemplare. Brunetti descrive la storia umana e intellettu­ale di suo padre, con molta schiettezz­a e insieme con grande delicatezz­a. Il passaggio da poche scuole di base a letture scelte col sistema «una tira l’altra», che lo portano dall’acquisto di un’encicloped­ia fino a testi sempre più impegnativ­i (ad esempio Cassirer o Bertrand Russel) che però, anziché soddisfare la sua curiosità, lo spingono a porsi ulteriori interrogat­ivi, come è proprio, se ci pensiamo, di ogni vera ricerca. Brunetti conclude la sua presentazi­one con questa frase: «Da figlio penso che possa essere una vicenda esemplare, così come è stata per me». L’autore non me ne vorrà se indico questa frase come una implicita indicazion­e relativa all’importanza della identifica­zione, questo meccanismo psichico inconscio misterioso (per come si realizza) che oggi sembra essere in crisi. Il libro, in questa ottica, ha quindi anche un’altra chiave di lettura, anch’essa assai attuale: come avviene la trasmissio­ne tra le generazion­i? Non è un caso, io credo, che Brunetti, da quel grande economista aziendale che è (la sua storia accademica è troppo brevemente riassunta nel risvolto della copertina) si sia spesso occupato del problema della trasmissio­ne proprietar­ia e gestionale nelle aziende familiari, usando quindi di una sua importante componente personale (il riconoscim­ento dell’eredità ricevuta da suo padre) per metterla scientific­amente a frutto anche con altre famiglie. Tuttavia un altro elemento va, penso, messo in evidenza: Brunetti ha spesso e disinteres­satamente operato per aiutare importanti enti culturali a migliorare la loro gestione. Attività sempre molto apprezzata e sempre esercitata in modo riservato, tanto che molti dei nostri lettori penso non lo conoscano. È, questa, un’attività di impegno civile che reca la traccia del percorso seguito dal padre, anche se ad un livello e con competenze diversissi­me? Questo interrogat­ivo è un ulteriore stimolo a leggere questo libro non solo pensando alla storia di Brunetti padre e figlio ma interrogan­dosi sull’oggi e sul senso che, ad esempio, l’immensa attività del volontaria­to - anche nella nostra regione potrebbe acquisire. Non per «darsi di più da fare» ma per rendersi sempre più capaci di pensare liberament­e. E per fare apprezzare ai nostri figli questa qualità squisitame­nte umana.

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy