Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Cinzia, la donna che scopre due omicidi in dieci anni

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VALEGGIO SUL MINCIO (VERONA) Cinzia Zara è una ristoratri­ce che ama i cavalli e i casi di cronaca. Sabato queste sue passioni si sono incontrate in quel modo macabro e brutale che non avrebbe mai potuto immaginare. È stata lei a trovare i poveri resti della donna uccisa e tagliata a pezzi sparsi in mezzo alla campagna di Valeggio sul Mincio, in provincia di Verona. E il suo racconto è lucido, preciso fin nei dettagli.

«C’erano una gamba, un braccio. E, poco più in là, il tronco… È stato terribile». Cosa ci faceva su quel crinale?

«Da lì si accede al terreno dove pascola Pampero, il cavallo Argentino di cui mi occupo. Come tutti i giorni, sabato sono andata a dargli da mangiare e risalendo il sentiero ho visto quei resti umani. Inizialmen­te credevo fosse un manichino, magari quel che restava di un furto compiuto in qualche negozio di abiti della zona. E quindi ho tirato dritto». Quando ha capito che invece si trattava di un cadavere?

«Quando ho finito di accudire il cavallo sono tornata indietro. Volevo raccoglier­e il manichino e buttarlo nel cassonetto: odio chi inquina la campagna. Ma più mi avvicinavo, più mi rendevo conto che c’era qualcosa di strano. Poi ho visto la testa: aveva i capelli ricci e castani, lunghi fino alle spalle… Non poteva essere di plastica». Oltre ai resti umani, l’assassino aveva lasciato altro?

«Da un lato c’era un sacco di nylon azzurro, con intorno gli arti e la testa. A poca distanza una sacca blu, di quelle che si utilizzand­o per andare in palestra. E lì c’era il torace. All’interno della sacca ho visto affiorare qualcosa di bianco, forse della stoffa». Ha notato degli abiti?

«Il corpo era spogliato ma c’erano un paio di slip a righe rosse e blu, e dei calzini della Nike. Per questo pensavo si trattasse di una ragazzina». A quel punto ha chiamato i carabinier­i…

«Prima ho avvertito il padrone del campo: in cuor mio ancora speravo si trattasse di uno scherzo, che fosse una di quelle bambole che si usano ad Halloween. Invece era tutto vero. Quando è arrivato, abbiamo telefonato ai carabinier­i. È stato uno degli investigat­ori a dirmi che non si trattava di una ragazzina ma di una donna di mezza età». Una scena agghiaccia­nte. «E non è neppure la prima volta che mi capita». Scusi?

«Dico sul serio: mi è già capitato. Dieci anni fa stavo passeggian­do per Valeggio sul Mincio quando una donna uscì di casa chiedendom­i di chiamare un’ambulanza. Quando entrai in casa, suo marito era steso sul divano, morente a causa di una coltellata all’addome».

Lo ricordano in tanti: era il 16 dicembre 2006 e la vittima si chiamava Aziz Nayih. Per undici anni il suo assassino l’ha fatta franca. Fino a tre settimane fa…

«…quando hanno rinviato a giudizio per omicidio proprio la moglie che quel giorno mi era corsa incontro. Lo so perché i “gialli” mi appassiona­no e seguo sempre con molta attenzione i casi di cronaca nera. Ma dopo tutto questo, sarà meglio che mi dedichi ad altro…».

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 ??  ?? Testimone Cinzia Zara, ristoratri­ce e appassiona­ta di cavalli, si è imbattuta nei resti della donna assassinat­a. In alto il luogo del macabro ritrovamen­to
Testimone Cinzia Zara, ristoratri­ce e appassiona­ta di cavalli, si è imbattuta nei resti della donna assassinat­a. In alto il luogo del macabro ritrovamen­to

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