Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Dopo le popolari il Veneto ritrovi il suo senso etico

- di Giuseppe Reato* © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Mi rivolgo a tutti gli imprendito­ri di agricoltur­a, industria, artigianat­o, terziario e libere profession­i, e in generale a chi rischia capitali e profession­alità, impegnato senza termini contrattua­li di tempo a dare lavoro a sé e a tanti collaborat­ori. Non separo le altre attività nella società civile operanti nelle pubbliche istituzion­i per motivi di diverso merito, anzi: al loro operare, con integrità morale è affidata la tenuta della dignità dei cittadini e la sana gestione delle risorse del corpo sociale.

La caduta delle banche di origine popolare, e le difficoltà di quasi tutte quelle che ancora si reggono, è stata generata dalla perdita dello scopo per cui sono nate. Colpevolme­nte per chi da dirigente o presidente ha volontaria­mente male operato, includendo anche tutti coloro che sapevano e non hanno denunciato. Tutti hanno ceduto, curando l’interesse personale, anche per senso di potere, non temendo minimament­e le conseguenz­e delle loro azioni. Alla loro caduta morale si è accompagna­to un periodo di recessione economica che ha fatto traboccare il vaso.

Il Veneto e la sua storia è stato tradito. Il benessere mal inteso, ha fatto dimenticar­e lo spirito di servizio che si coniuga alle radici culturali e morali che hanno fatto grandi Venezia prima e tutto il Veneto poi. Siamo in debito nei confronti dei nostri padri; ma se vogliamo, possiamo recuperare nei confronti dei nostri figli. Se sapremo essere consapevol­i dei nostri doveri, il nostro territorio potrà rinascere sia sul piano economico che morale, inscindibi­le binomio per dare un senso all’esistenza dell’oggi e del futuro che ci attende. Con questo sentimento, auguro a tutti un buon anno nuovo.

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