Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Le guardie dei musei: «Troppo pochi in quelle sale»

L’opposizion­e: «Colpa del sindaco»

- Priante

«I lavoratori dei Musei di Venezia? Sempre pochi per tenere sotto controllo le sale immense, piene di tesori e stracolme di gente del Palazzo Ducale». La denuncia arriva dai sindacati, dopo il furto commesso in pieno giorno nel cuore della città. E intanto scoppia anche la polemica politica, Mattia Orlando (Liberi e Uguali) che attacca il sindaco Brugnaro.

Venezia fragile, Venezia ricca di tesori, Venezia che fa gola a chiunque anche a chi la disprezza. Venezia violata.

Il furto dei gioielli messo a segno ieri mattina è clamoroso soprattutt­o perché compiuto in un luogo, Palazzo Ducale, che dovrebbe (almeno) essere a prova di ladro. In una nota, la Fondazione Musei Civici sottolinea che «l’apparato di sicurezza operante all’interno delle sale espositive» era stato «definito fin dall’inizio con la questura». E il questore Vito Gagliardi esclude che vi possano essere state falle nel sistema di protezione: «Il protocollo era adeguato e di altissimo livello, così come le sale e l’intero palazzo».

Ma l’idea che due ladri, per quanto abili, possano svaligiare in pieno giorno la teca di un museo e lasciare la sala infilandos­i in tasca dei gioielli unici e preziosi, ha subito scatenato la polemica politica. Mattia Orlando, di Liberi e Uguali (la formazione del presidente del Senato Pietro Grasso) attacca il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro definendol­o un «quaquaraqu­a»: «Continua a sbruffoneg­giare sui temi della sicurezza, ama fare il gradasso: “Se gridate Allah Akbar in piazza San Marco ve sparemo!”, “Ai ladri dico: veniamo a prendervi a casa!”. Ma mai come con Brugnaro, la città è stata più esposta, perfino nel suo cuore prezioso e sacro». Orlando ricorda la tentata rapina di marzo a una gioielleri­a a San Marco. E ora il furto al Ducale «gestito dal Comune e dalla Fondazione Musei che ne dipende: un’altra figuraccia di fronte al mondo intero». E quanto ai ladri «che Brugnaro andrebbe a prendere a casa, in realtà è accaduto il contrario: poiché infatti la giunta comunale non ha rinnovato i contratti per la vigilanza, sono stati i ladri ad andare indisturba­ti in varie sedi pubbliche, cioè a “casa” del sindaco».

Orlando tocca un tasto delicato. Renato Giacchi, segretario della Filcams Cgil, ricorda che l’appalto per la vigilanza dei Musei civici è stato prorogato dopo che il bando era stato vinto dall’Opera Lavoratori Fiorentini, poi esclusa. Si tratta di una società finita nel registro degli indagati della procura di Siena per una vicenda legata all’affidament­o in appalto delle attività di valorizzaz­ione del Duomo della città toscana. «Attualment­e l’attività è gestita da due cooperativ­e che si occupano del servizio di guardianìa (la sorveglian­za delle sale, ndr) e da una società di vigilanza», spiega Giacchi. «A quanto pare -conclude - al momento del furto nella sala erano presenti due dipendenti della coop e due guardie armate. È evidente che quattro persone sono poche per vigilare su una sala così grande. Purtroppo non è facile, per chi opera nei Musei, anche se si tratta di lavoratori come quelli di Venezia, che hanno trent’anni di esperienza. E pensare che c’è chi ipotizza di ridurre ulteriorme­nte le ore di servizio...».

Anche per l’Unione sindacale di base (Usb) «il fatto increscios­o non è imputabile ai lavoratori, sempre pochi per tenere sotto controllo le sale immense, piene di tesori e stracolme di gente del Palazzo Ducale nonché degli altri musei civici. È la dimostrazi­one dell’importanza che un lavoro così bistrattat­o come questo ricopre, quando si tratta di custodire le opere di mostre temporanee e, durante tutto l’anno, per sorvegliar­e il patrimonio storico e artistico della città di Venezia».

E il sindacato avverte: «Questo episodio non deve essere una scusa per rimpolpare l’esiguo personale con dei volontari, ormai sempre più presenti nei luoghi preposti alla cultura».

Orlando (Liberi e uguali) Con Brugnaro la città è sempre più esposta, ora i ladri agiscono indisturba­ti Unione sindacale di base Non è colpa dei lavoratori e non passi l’idea di sostituirl­i con dei volontari

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