Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Santarelli: «Un anno da favola»
Il neo coach dell’Imoco ripercorre il suo 2017 e la prima parte della nuova stagione «Di più non potevo chiedere: siamo in corsa su tutti i fronti, ci proveremo sempre»
Un 2017 così, neanche nelle favole lo avrebbe potuto immaginare. Coppa Italia in bacheca, matrimonio da copertina con Monica De Gennaro, «promozione» a Conegliano per un progetto a vincere, primo posto in classifica, Final Four di Coppa Italia conquistata, il sogno Champions League ancora alla portata. Daniele Santarelli riavvolge il nastro e si guarda indietro, scoprendo che un anno così sarà difficilmente ripetibile. Ma nel 2018 ci proverà, il coach dell’Imoco, a lasciare ancora il segno. Eccome se ci proverà.
Santarelli, voltandosi indietro quale voto darebbe al suo 2017?
«Cosa posso dire, ovviamente gli do un bel “10”, non so cosa avrei potuto chiedere di più... Dal punto di vista sportivo ho messo un trofeo in bacheca e ho ricevuto la panchina di Conegliano, con cui sono primo in classifica. Sono in corsa per tre competizioni e ho avuto tutto quello che potevo chiedere. Metterei dieci firme perché il 2018 fosse come il 2017».
Un neo all’anno appena andato in archivio quale può essere stato?
«Penso la Supercoppa. Non ci siamo presentati in buone condizioni e purtroppo non è andata come avremmo voluto. In campionato abbiamo perso una sola volta al tie-bretutti, ak, contro Modena, e se sommiamo i pochi ko che abbiamo subito di sicuro anche in questo caso metterei dieci firme perché andasse così anche nel 2018».
Come ha trovato la squadra in questi giorni di lavoro in palestra?
«Praticamente non ci sono state vacanze: abbiamo giocato sempre, per cui non c’è il rischio di un rilassamento. Anzi, a gennaio ci aspetta un mese in cui saremo impegnati su più fronti e in cui giocheremo ogni tre giorni, a partire da domenica prossima a Firenze contro il Bisonte».
Quando si è impegnati in più competizioni l’aspetto mentale gioca un ruolo fondamentale, non crede?
«E’ vero. Ed è proprio su questo aspetto che un tecnico come me deve lavorare sempre, perché da un lato mi rassicura il fatto di allenare un gruppo di campionesse abituate a lottare per traguardi di enorme importanza, dall’altro nelle poche occasioni in cui non abbiamo affrontato gli impegni nel modo giusto lo si è visto immediatamente. E credo sia servito di lezione a me compreso».
In Champions dove si può arrivare?
«Non guardo mai troppo in là. Mi limito a prendere in considerazione la fase a gironi e puntiamo ad arrivare primi, anche se ci manca ancora lo scontro diretto contro Novara e dobbiamo affrontare il Fenerbahce, sia in casa che in trasferta. Mercoledì prossimo ci aspetta Prostejov mentre ci sarà lo scontro diretto fra le due nostre due concorrenti più temibili».
Guardando più in là?
«Preferisco fermarmi qui. Quando affronti le migliori squadre del continente devi compiere un passo alla volta, altrimenti facendo dei calcoli rischi di distruggerti con le tue mani».
Potete arrivare in fondo a tutte le competizioni o, secondo lei, dovrete giocoforza mollare qualcosa andando avanti nella stagione?
«Per ora ci siamo su tutti i fronti. Anche la Final Four di Coppa, sia pure a fatica e con il brivido, con una partita di ritorno molto strana e tirata, l’abbiamo conquistata e credo che aver superato questo passaggio della stagione sia stato fondamentale anche sotto il profilo psicologico. Andiamo con fiducia in noi stessi, ma tenendo allo stesso tempo i piedi per terra».