Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Famiglia dirottata nell’hotel dei profughi: è scontro
Caldato: «Sfrattati, il Comune non dà loro un tetto». La replica: «Falso, è questione di giorni»
TREVISO È (nuovo) scontro tra il Comune di Treviso e Maristella Caldato sull’emergenza abitativa. A far scattare la consigliera comunale «ribelle» espulsa dal Partito Democratico, è stato l’accordo sottoscritto da Ca’ Sugana con l’associazione Hilal di Abdallah Kezraji per «strutture cuscinetto per l’emergenza sfratti». Il quale prevede che le famiglie soggette a sfratto saranno indirizzate al Ferro Hotel di via Dandolo, che ospita anche alcuni profughi.
Ed è proprio questa convivenza a non convincere la Caldato, che attacca il sindaco Giovanni Manildo e l’assessore alla casa Roberto Grigoletto: «Non è opportuno collocare famiglie, anziani e persone sole in promiscuità con i richiedenti asilo, perché hanno esigenze personali e di vita completamente diverse». La consigliera cita anche il caso di una coppia e della loro bimba di 18 mesi che giovedì prossimo dovranno lasciare la propria casa per morosità: «Il Comune ha detto che per loro non c’è un alloggio e gli è stato consegnato un post-it con il numero di Kezraji, che li ha invitati a contattarlo dopo l’8 gennaio». Caldato ha inviato a sindaco, vicesindaco, al prefetto Laura Lega e al vescovo Gianfranco Agostino Gardin, un appello per una soluzione più idonea. «Il Ferro Hotel non è adatto ad ospitare né quella né altre famiglie. L’amministrazione lascia queste persone da sole». La consigliera invita anche i cittadini a una protesta scritta.
Ma dal municipio arriva, pronta, la replica: «Finché non avremo gli appartamenti, al momento in fase di ristrutturazione, per qualche giorno chiederemo a queste persone di andare in una struttura adibita in parte per le emergenze temporanee. Dovremmo forse lasciarle sulla strada? In albergo ci sono costi elevati da sostenere. A meno che Caldato non abbia altre soluzioni o magari case da mettere a disposizione...».