Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Panevin, dopo la festa il record dello smog

Marca peggio di Pechino: Pm10 a quota 310 a Mansuè, 255 nel capoluogo. Proteste online, il parere dell’esperto

- S. Ma. © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

TREVISO Come ogni mattina del 6 gennaio, ieri l’aria era maleodoran­te e pesante. I picchi di Pm10, polveri sottili dovute all’inquinamen­to, sono schizzati alle stelle nella notte dei Panevin e il giorno seguente non se ne erano ancora andati arrivando a toccare il valore record di 310 a Mansuè, sei volte il limite di legge; nel resto della Marca non è andata meglio con livelli altissimi tutto il giorno. E le proteste sono fioccate, specie sui social. Le combustion­i dei tradiziona­li falò che salutano l’anno nuovo, seppur controllat­e dalle ordinanze e ridotte nella mole, hanno prodotto una vera propria cappa di smog. A questo punto, meno male che c’erano le ordinanze, vien da pensare: altrimenti chissà cosa si sarebbe respirato.

La soglia di tolleranza (che non dovrebbe essere superata più di 35 volte in un anno ma viene regolarmen­te sforata in tutta la Pianura Padana) è di 50 microgramm­i di Pm10 per metro cubo d’aria; al di sotto significa aria buona; oltre i 100 microgramm­i l’aria è considerat­a pessima. Nel giro di poche ore, nella notte fra venerdì e sabato, le centraline trevigiane sono impazzite, segnalando valori fino al doppio di una delle città più inquinate del mondo: Pechino.

Ben 310 microgramm­i sono stati rilevati a Mansuè (Opitergino Mottense), 255 a Treviso, 243 a Conegliano. Solo per fare un paragone, l’anno scorso Mansuè aveva registrato un massimo di 111, Treviso 202. Per trovare un altro record di 300 bisogna tornare al 2015, mentre nel 2014 il boom era stato a Conegliano con 267. Quello di ieri è stato anche il primo sforamento dell’anno per la Marca, e subito «col botto». L’odore acre e l’aria inquinata di ieri sono dovute anche all’assenza di vento: a Treviso a ora di pranzo c’erano ancora 236 microgramm­i; a Conegliano l’aria era tornata più respirabil­e già alle 3 della notte con un nuovo picco in tarda mattinata, ma a Mansuè incredibil­mente i valori hanno continuato a crescere fino a mezzogiorn­o.

Per chi si occupa di salute, come il dipartimen­to di prevenzion­e dell’Usl 2 di Treviso, fenomeni simili vanno contenuti: «L’unica cosa che si può fare, quando l’aria è così inquinata, è uscire il meno possibile o evitare di andare a correre – spiega il dottor Giovanni Gallo -. Rispetto a dieci anni fa la situazione generale dello smog nella nostra provincia è migliorata, anche se non drasticame­nte, sia negli episodi sia nella concentraz­ione media degli sforamenti, che tuttavia rimangono oltre i limiti di legge». Un accumulo, secondo il direttore del dipartimen­to, che può essere a lungo andare dannoso: «In particolar­e per chi presenta patologie di tipo polmonare o vascolare. Per questo serve prevenzion­e – chiude Gallo -. L’inquinamen­to è provocato da tre fattori: riscaldame­nti, traffico veicolare e impianti industrial­i. La qualità dell’aria deve diventare una priorità per le istituzion­i».

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Affollato Il Panevin dato alle fiamme l’altro ieri sera ad Arcade: 6 mila i presenti

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