Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Parcheggio sotterraneo a Cortina, appalto sciolto Un maxi-risarcimento
Alla «Oberosler» 2 milioni di euro dai galleristi Farsetti
CORTINA D’AMPEZZO La risoluzione del contratto per la costruzione di un parcheggio sotterraneo a Cortina costa circa due milioni di euro. È la cifra che la società «Fait Farsetti» dei fratelli Franco e Frediano Farsetti, celebri mercanti d’arte fiorentini con una galleria anche nella Regina delle Dolomiti (avvocati Enrico ed Alberto Gaz), dovrà versare alla ditta «Oberosler Cavalier Pietro» di Bolzano (avvocato Maurizio Miculan di Udine), l’impresa edile nota nel Bellunese per aver costruito, insieme alla «Deon», il tunnel del Col Cavalier nel capoluogo.
Il progetto riguarda la dismessa stazione di partenza della funivia per Pocol, di fronte alla Basilica, dove sta sorgendo un parcheggio sotterraneo da tre piani con un centinaio di posti-auto. Un’opera che i fratelli Farsetti vorrebbero pronta per i Mondiali di sci alpino 2021.
Il 20 giugno 2014 la società «Fait» invitò l’impresa altoatesina «Oberosler» a eseguire lavori per un appalto integrato, con la progettazione esecutiva e la realizzazione di opere di urbanizzazione e altre di carattere pubblico previste dal Piano urbanistico attuativo del Comune di Cortina. Tra queste ristrutturazione e ampliamento del fabbricato dell’ex partenza della funivia Pocol, oltre alla costruzione di locali commerciali e autorimesse singole. Il tutto per un costo totale di 18, 8 milioni di euro. «Oberosler» formulò un’offerta da 16,6 milioni di euro, offerta che Fait ritenne «la più economicamente vantaggiosa».
Fait procedette con l’affidamento parziale dei lavori per 7,5 milioni di euro, formalizzandola per iscritto il 9 luglio 2015, dopo che il 1° luglio aveva consegnato il cantiere ad «Oberosler».
Nel contratto sottoscritto dalle parti, all’articolo 21, si contemplava la possibilità della risoluzione del contratto se ci fosse stato un ritardo ingiustificato, anche parziale, dei lavori e delle opere protrattosi per più di 60 giorni.
Il 29 settembre 2015 «Oberosler» evidenziò a «Fait» difficoltà a ottenere una fidejussione. Problema a cui si aggiunsero questioni idrogeologiche. Gli scavi preliminari erano partiti a ridosso dell’alveo del torrente Boite che attraversa Cortina, creando una scarpata. Le pioggie di quei giorni fecero temere il peggio. I lavori vennero sospesi. L’impresa edile accumulò ritardi e «Fait» annuncio di voler risolvere il contratto.
Nacque una causa civile. Ma quando la presidente del Tribunale di Belluno, Antonella Coniglio, prese in mano il fascicolo si rese subito conto della gravità della situazione di fatto, al di là delle beghe giuridiche, inviando una segnalazione d’urgenza alla Prefettura per verificare la sicurezza dell’area del cantiere e circostante. Il sopralluogo dei vigili del fuoco, poi, stabilì che non c’erano pericoli.
Intanto è proseguita la causa civile sulla risoluzione del contratto tra «Fait», che intanto aveva assegnato i lavori all’impresa «Fontana Srl» di Cortina e «Oberosler» che chiedeva i danni.
Si è concluso il lodo arbitrale, metodo alternativo al Tribunale per la risoluzione delle controversie civili. Il giudizio, ora vincolante per le parti, venne affidato agli avvocati Maurizio Paniz, Antonio Prade e Gianluca Sicchiero. La procedura arbitrale si è sviluppata con massima libertà di dedurre e produrre atti, memorie, documenti, svolgere istanze, proporre domande e rendere dichiarazioni, nel rispetto della parità del contraddittorio. Il tentativo di conciliazione il 12 gennaio scorso, senza esito positivo. Lo scorso 14 dicembre il lodo si è concluso: il collegio ha dichiarato l’illegittimità della risoluzione del contratto di appalto da parte di «Fait» condannando quest’ultima a corrispondere ad Oberosler 1,8 milioni di euro oltre agli interessi e alle spese.