Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Bancaria sottrae 2,5 milioni di euro e li gioca al casinò Clienti beffati
Spariti 2,5 milioni. Condannata una consulente finanziaria di Padova
Ha sottratto dai conti dei suoi clienti 2,5 milioni di euro e se li è giocati al casinò di Venezia. Con questa accusa una consulente finanziaria di Unicredit, originaria di Vigonza, è stata condannata a due anni per furto aggravato. Diciassette i clienti truffati.
PADOVA Mentre i suoi clienti si chiedevano dove fossero finiti i loro risparmi, lei li sperperava al Casinò di Venezia tra roulette e slot machine.
Paola Frasson, 52 anni di Vigonza (Padova), ex consulente finanziaria di Unicredit, è stata condannata a due anni per il furto aggravato di 2,5 milioni ai danni di diciassette clienti, portato a termine con una serie di incursioni sui loro conti correnti dal 2005 al 2011.
Il processo ha consentito di ricostruire tutte le operazioni fraudolente e di restituire il maltolto ai legittimi proprietari, ma anche di svelare cosa si celasse dietro alla condotta della donna. E cioè il demone della ludopatia, talmente forte da esercitare un richiamo irresistibile.
La vicenda ruota attorno alla filiale Unicredit Private Banking di piazza Eremitani, in pieno centro a Padova. È qui che nel 2005 Paola Frasson inizia a prelevare di nascosto somme sempre più consistenti dai conti correnti dei loro clienti. Pur di assecondare il vizio del gioco la consulente finanziaria è disposta a tutto, anche a falsificare la firma dei correntisti sulla modulistica interna della banca.
Nel giro di sette anni, tra prelievi e versamenti, Paola Frasson si impossessa di 2 milioni 466 mila euro. Le denunce ovviamente si susseguono. E nel 2011, dopo una serie di verifiche interne, la banca scopre tutto: prima Unicredit invita la consulente a licenziarsi, poi trasmette una segnalazione alla Consob (l’organo di vigilanza sui promotori finanziari) accompagnata dalla confessione della donna, che nel frattempo viene sospesa per due mesi dall’esercizio della professione.
La sentenza di condanna non ha tenuto conto dei prelievi eseguiti nel biennio 2005-2006, che nel frattempo sono caduti in prescrizione, e si è soffermata sui conti prosciugati dopo il 2007. I clienti truffati sono diciassette; uno di loro, tra il 2008 e il 2011, ha visto sparire addirittura 1,2 milioni, affidati alla banca per essere investiti. Più modeste, ma comunque rilevanti, le cifre sottratte agli ignari clienti dall’ex consulente di Unicredit, che cercava di colpire a più riprese con la speranza di non dare troppo nell’occhio: tre di loro hanno perso più di 200mila euro a testa, altri tre poco più di 60mila euro ciascuno e l’elenco continua fino ad un ammanco di «soli» 5mila euro. In un caso, poi, oltre al danno è arrivata anche la beffa. In base alle false rendicontazioni di Paola Frasson, infatti, una cliente era convinta di avere 3,7 milioni e si è comportata di conseguenza, con l’acquisto di una casa in centro a Padova e una serie di prelievi multipli per una spesa complessiva di oltre 900mila euro sul conto titoli e sui due mandati fiduciari gestiti dalla consulente. Peccato che in realtà la disponibilità effettiva fosse di 145mila euro e che dunque la donna non abbia potuto concludere alcun affare.
Una volta accertato l’accaduto, restava il giallo della causa: nel corso del processo, è emerso che l’imputata soffriva di ludopatia e frequentava abitualmente il Casinò di Venezia, dove giocava con i soldi sottratti ai clienti. L’accusa di appropriazione indebita è stata convertita in quella di furto aggravato, mentre Unicredit (assistita dall’avvocato Massimiliano Jovino) ha ricevuto una provvisionale di 663.601 euro: il resto verrà definito con la causa civile.
Le vittime
Sono diciassette i clienti che hanno subito ammanchi fino a 1,2 milioni di euro