Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Dai Pfas ai vaccini nuovo scontro tra Zaia e la Lorenzin

Lo scontro infinito

- di Michela Nicolussi Moro

VENEZIA Entra nella campagna elettorale lo scontro infinito tra il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, e la Regione. L’ultimo atto della guerra in atto da due anni ritira in ballo l’obbligo vaccinale — che ha visto il Veneto perdere il ricorso alla Consulta — e la plasmafere­si. Trattament­o per ripulire il sangue dai Pfas (sostanze perfluoro alchiliche che hanno inquinato l’acqua di 21 Comuni tra Vicenza, Verona e Padova) lo scorso ottobre avviato su 106 residenti dell’area rossa e sospeso da Palazzo Balbi il 15 dicembre in seguito all’ispezione dei Nas inviati a Venezia dalla stessa Lorenzin. Che ora rivela: «Abbiamo avviato un forte dialogo con la Regione Veneto, consiglian­do alcuni passaggi necessari ad avviare una vera sperimenta­zione sulla plasmafere­si. Dobbiamo essere certi che non ci siano effetti negativi. A Brescia il metodo Stamina entrò in ospedale senza un protocollo, in Veneto c’è il tema molto grave dell’inquinamen­to da Pfas. E’ il secondo caso al mondo, ma non esiste alcuna prova che la plasmafere­si elimini quelle sostanze e non abbiamo idea degli effetti sull’organismo a medio termine. Si sarebbe dovuta adottare una procedura di sperimenta­zione con un comitato bioetico, perché non ci sono precedenti». Nella sua relazione al Parlamento, sempre il mese scorso, il ministro aveva rilevato: «La plasmafere­si è fortemente sconsiglia­ta e invasiva».

Ma dalla Regione assicurano che non c’è stato alcun contatto con il ministero per la stesura congiunta di un protocollo di sperimenta­zione. Nessuno si sarebbe fatto vivo, nemmeno dall’Istituto superiore di Sanità, il cui presidente Walter Ricciardi aveva avvertito: «La plasmafere­si è un intervento invasivo che non ha evidenze scientific­he. Sottoporvi le persone espone anche a rischi medico-legali». Serafico il governator­e Luca Zaia: «Non vedo l’ora che arrivi il 4 marzo», riferendos­i alla data delle prossime elezioni.

Qualche ora prima, a Radio 24, la Lorenzin era tornata anche sul tema dei vaccini, puntando il dito sulla promessa del leader leghista Matteo Salvini di abolire l’obbligo da lei introdotto qualora andasse al governo. «La posizione di Salvini e della Lega è chiarament­e no-vax — ha detto il ministro —. Dichiarare, come fa Salvini, di essere a favore dei vaccini e poi parlare contro l’obbligo è una furbata, è la posizione tipica dei no vax. Lo è lui e lo sono i compagni di partito che al Senato hanno sostenuto le peggiori tesi antiscient­ifiche, portando dei falsi dati. E non è vero che il Veneto, togliendo l’obbligo, ha avuto ottimi risultati. Ha emanato una propria normativa, ha speso risorse in campagne per le vaccinazio­ni ma in realtà era sotto la soglia di sicurezza per esavalente, anti-morbillo e anti-rosolia. Ricordo che la Lega appoggiò Stamina, ha continuato a proporre in Senato emendament­i per utilizzare quel metodo in Veneto quando era già emerso che Davide Vannoni (l’ideatore, ndr) era un truffatore». «È iniziata la campagna elettorale», replica Zaia. «Nessuno è contro i vaccini, tantomeno la Lega — ha dichiarato su Sky Tg24 Luca Coletto, assessore alla Sanità —. Siamo favorevoli a un sistema non obbligator­io ma basato su una vaccinazio­ne consapevol­e. Se si fa corretta informazio­ne, il genitore vaccina sicurament­e il figlio e infatti la copertura in Veneto dal 2014 è in ripresa e supera il 93%».

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