Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Anziana rapinata e uccisa in casa arrestato il fidanzato della badante
Este, i carabinieri hanno risolto il giallo dopo un anno e mezzo di indagini serrate
PADOVA Tutti gli indizi portavano a lui e dopo gli indizi sono arrivate le prove. I carabinieri del Nucleo investigativo di Padova hanno arrestato un 37enne italiano per l’omicidio volontario pluriaggravato di Liliana Armellini, 73 anni, aggredita nella sua casa di Este, immobilizzata e infine uccisa la notte tra il 22 e il 23 maggio 2016, al termine di una rapina. Il principale indiziato del delitto si chiama Michele Bonaldo, è disoccupato, pregiudicato e con un passato di droghe, residente a Casale di Scodosia.
Bonaldo è il fidanzato della badante italiana della Armellini e in casa della donna, che abitava con l’anziana sorella, aveva fatto alcuni lavori di giardinaggio. Stando alla ricostruzione degli investigatori, l’uomo si era presentato in casa Armellini suonando il campanello. La donna lo conosceva e gli aveva aperto il cancello e il portoncino per farlo entrare. Oppure, seconda ipotesi, lui aveva una copia delle chiavi ed è entrato. Quando la vittima ha capito le sue intenzioni, Bonaldo l’avrebbe costretta ad assumere i tranquillanti che l’anziana teneva in casa. Poi l’avrebbe stesa a terra, legandole i piedi con nastro da pacchi. Lui intanto ha cominciato a rovistare casa, salendo anche al secondo piano, dove stava riposando la sorella più anziana della Armellini, incapace di muoversi. In quella stanza Bonaldo non sarebbe entrato, per non svegliarla e creare ulteriori rumorosi allarmi. L’uo- mo ha trovato mobili chiusi a chiave e li ha sfondati con le mani, lasciando tracce di sangue su maniglie e legno rotto. Ha trovato mille euro, ma non la busta con i 10mila in contanti che le due sorelle custodivano gelosamente.
Indispettito forse perché non riusciva a trovare quella busta di cui probabilmente conosceva l’esistenza, si sarebbe accanito su Liliana, cui aveva tappato la bocca con il nastro adesivo. La donna, ha accertato l’autopsia, è morta per soffocamento e a trovarne il corpo è stata la badante, fidanzata dell’assassino, la mattina dopo. Sembra che la giovane fosse all’oscuro di tutto, infatti non è indagata. Bonaldo dal canto su osi era costruito un alibi, costringendo quella sera il nipote 14enne ad azionare il cellulare facendo credere di essere altrove. Ma il sangue sui mobili e sul corpo della donna, più alcune contraddizioni nell eversioni sull’ alibi lo hanno tradito. La Procura di Rovigo, competente per territorio, non ha ancora chiuso le indagini: si cercano possibili complici.