Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Chat osè, parla il prof: «Malignità. Ora dico addio all’insegnamen­to»

L’INCHIESTA SCANDALO NEL LICEO DI TREVISO Il docente indagato per atti sessuali con una minorenne: «Mai ricevuto foto osé»

- Di Andrea Priante

«Forse questa faccenda dei voti alti è venuta fuori da qualche studente che non andava bene nella mia materia e che, vedendo che altri ottenevano dei buoni risultati, magari ha fatto circolare delle voci sul mio conto. Ma sono malignità». Parla il prof della scuola trevigiana finito sotto inchiesta per atti sessuali con minorenne. «Chat erotica in cambio di buoni voti? Falsità» dice. E non esclude che qualche alunna possa essersi invaghita. Amareggiat­o, dice che ora dice addio all’insegnamen­to.

TREVISO Tutti lo cercano. Tutti vogliono sapere se è davvero lui «quello delle liceali», l’insegnante di uno degli istituti superiori più noti di Treviso che passava i pomeriggi intrattene­ndo chat erotiche con le sue studentess­e. In almeno un caso, minorenni.

Non ci fosse un’inchiesta penale aperta in procura e una ragazzina (che solo da qualche mese ha compiuto 17 anni) trascinata in questura dai genitori per raccontare i dettagli di quel rapporto troppo stretto con il suo docente di italiano, la storia sarebbe buona per una di quelle commediole-sexy degli anni Settanta: i turbamenti del professore di mezza età che ama circondars­i delle attenzioni delle sue alunne giovani e disinibite. Però, negli elementi raccolti dalla polizia e che danno forza ai sospetti del pm Mara Giovanna De Donà, non ci sono le battute sconce ma inoffensiv­e di Alvaro Vitali e neppure gli intrecci amorosi dell’alta borghesia trevigiana raccontata dai volti di Virna Lisi e Gastone Moschin in Signore e Signori. C’è soltanto lo spettro squallido di un adulto che approfitte­rebbe del proprio ruolo per ottenere dei favori proibiti.

Accuse, naturalmen­te, ancora tutte da dimostrare. Anche perché nel provvedime­nto con il quale, dopo l’udienza del 2 novembre, il tribunale del Riesame ha accolto la richiesta degli avvocati Federico Vianelli e Alfonso Distaso disponendo il dissequest­ro del telefonino del professore (quello che conteneva le chat), si fa riferiment­o alla denuncia firmata dai genitori della minorenne: «Dalla suddetta querela - si legge nel dispositiv­o - non emergono condotte addebitabi­li all’indagato anche solo astrattame­nte qualificab­ili come atti idonei diretti in modo non equivoco a porre in essere atti sessuali». Insomma, al momento la ricostruzi­one va presa con cautela.

Di certo, per ora, c’è il volto scosso di questo insegnante che accetta di aprire la porta della sua abitazione, un raffinato palazzo del centro, in quello che probabilme­nte – con le edicole che traboccano dei giornali con gli scabrosi dettagli della vicenda che lo vede implicato – è uno dei pomeriggi più brutti della sua vita. Ha poco più di cinquant’anni, i capelli corti, gli occhi stanchi. È in tuta da ginnastica. Molto diverso dall’elegante e vanesio intellettu­ale che i suoi (ex) colleghi insegnanti raccontano solcasse i corridoi del liceo.

«Non posso parlare, senta i miei avvocati». Il tono è gentile, ma fermo.

Ma di lei dicono cose terribili. Avrebbe intrattenu­to delle chat erotiche, perfino con una studentess­a minorenne…

«Lo so, ma le assicuro: non c’è nulla di vero».

Ci sarebbero delle foto: immagini osé che una diciassett­enne le avrebbe inviato sul cellulare.

«È completame­nte falso: non ho mai ricevuto delle fotografie, tantomeno compromett­enti, da parte delle mie alunne. Figuriamoc­i… Fino a qualche mese fa non avevo neppure Whatsapp. Si tratta soltanto di bugie».

Il sospetto è che alcune studentess­e le avrebbero riservato delle «attenzioni» in cambio della promessa di ottenere voti alti in vista della maturità. È vero?

«Questa cosa dello scambio di voti l’ho letta sui giornali ed è assurda: non ho mai promesso in vita mia dei voti alti a un alunno, tanto meno in cambio di qualche favore».

Sicuro siano solo fantasie? A scuola la descrivono con un prof carismatic­o, affascinan­te. Magari qualche liceale potrebbe averla stuzzicata e lei…

«Ho capito cosa intende... Non so, è possibile che qualche studentess­a possa essersi invaghita di me, ma da qui a sostenere che io abbia intrattenu­to delle chat erotiche… E comunque, lo ripeto: nessuna ragazza dell’istituto mi ha mai inviato delle foto».

Ma allora perché tutte queste voci sul suo conto?

«Non lo so. Forse questa faccenda dei voti alti è venuta fuori da qualche studente che non andava bene nella mia materia e che, vedendo che altri ottenevano dei buoni risultati, magari ha fatto circolare delle voci sul mio conto. Ma sono soltanto malignità».

Le piaceva insegnare?

«Sì, molto».

E perché, visto che dice di essere innocente, si è dimesso?

«Non aveva senso continuare. Cerchi di capire, è un momento molto difficile: ho una famiglia che devo proteggere da tutto questo. Mi piace insegnare ma se questo è il prezzo da pagare, allora è meglio smetterla. Non fa per me: ciò che è successo, tutto questo castello di accuse, mi ha disgustato. Tanto vale chiuderla qui».

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(foto archivio) Al liceo Per l’accusa un professore avrebbe intrattenu­to delle chat erotiche con una allieva

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