Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Barista vicentina uccisa in 12 ore dalla meningite

Rosa, un batterio l’ha uccisa in 12 ore. Il ricordo del sindaco e i timori di contagio

- Di Andrea Alba

ROSA’ (VICENZA) Entra in ospedale all’una di notte, con la febbre alta e un forte malessere. Muore alle 12.30: inutile il ricovero in Rianimazio­ne e ogni tentativo dei medici di salvarla. Una barista di 57 anni di Rosà, Graziella Guarise, ieri è morta di meningite (infezione da meningococ­co) all’ospedale San Bassiano, di Bassano del Grappa. L’Usl 7 Pedemontan­a ha avviato una profilassi interna ed esterna all’ospedale per cogliere sul nascere eventuali altri sintomi di contagio: in corsia sono sotto esame 29 tra infermieri e medici, mentre in città sono sotto osservazio­ne un’altra quindicina di persone fra famigliari e colleghi.

«Una delle sue figlie lunedì sera aveva un appuntamen­to con un mio assessore, l’ha disdetto perché la mamma stava male. Mi dispiace moltissimo, era una persona gentile e amata in città» commenta il sindaco di Rosà Paolo Bordignon, che ha ricevuto la triste notizia ieri pomeriggio. Graziella Guarise – barista al Bar dei Tigli, a Rosà – è stata portata al San Bassiano all’una e dieci di notte. «Il quadro clinico era da subito grave» spiegano dall’azienda sanitaria.

Alla donna, che aveva la febbre alta sin dal mattino di lunedì, sono state eseguite delle Tac (al torace, cerebrale e addome), poi è stata sottoposta ai raggi al torace e ad esami ematochimi­ci.

Visitata con la consulenza di un anestesist­a, è stata ricoverata in Rianimazio­ne e intubata. Tutti i trattament­i sono stati inutili: alle 12.30 di martedì, undici ore dopo l’ingresso in Pronto soccorso, è morta. I medici non hanno dubbi, si è trattato di un’infezione da meningococ­co. Una meningite causata da un batterio, la forma più pericolosa.

Le autorità sanitarie non forniscono informazio­ni su cosa possa aver causato il contagio, anche se si fa presente che potrebbe essere stato sufficient­e un colpo di tosse o uno starnuto da parte di un portatore sano del batterio, nelle vicinanze della 57enne di Rosà, per scatenare l’infezione.

Come da protocollo, dopo il decesso, in ospedale è partita l’allerta al servizio di Igiene pubblica per la profilassi ai familiari e ai contatti stretti, che le linee guida sanitarie prevedono anzitutto con una terapia antibiotic­a. In parallelo, all’interno del San Bassiano la direzione medica ospedalier­a ha disposto analoghi controlli e terapie preventive per gli operatori sanitari che hanno curato la paziente. «Ai familiari e al personale sanitario coinvolto è stato offerto il servizio di Psicologia Clinica Ospedalier­a» fanno sapere dall’Usl, rivolgendo le condoglian­ze alla famiglia.

Graziella Guarise lavorava nel bar di proprietà del fratello Giorgio e in città era piuttosto conosciuta. Sposata, lascia due figlie e un figlio, tutti maggiorenn­i.

«Era una persona squisita, solare e felice. Graziella aveva solo 57 anni, la sua morte è una notizia dolorosa che ci ha colti tutti di sorpresa» riprende il sindaco. La famiglia ha già preso contatti con un’agenzia di pompe funebri della zona e, salvo ulteriori verifiche da parte della procura di Vicenza (che potrebbe richiederl­e), i funerali verranno fissati con ogni probabilit­à oggi.

A Proposito della malattia contagiosa che ha colpito Guarise, il sindaco Bordignon avverte comunque che «non deve scatenarsi l’allarme: dal dipartimen­to Igiene pubblica dell’Usl ci hanno assicurato che non c’è un rischio epidemia in paese. E’ già partita la profilassi anche per la famiglia e per i colleghi di lavoro, una quindicina di persone».

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