Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Tolti due reni all’uomo che ne aveva quattro

- Giulia Busetto © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

PORTOGRUAR­O (VENEZIA) Prima due, poi quattro e ora di nuovo due. Lo strano gioco di reni è capitato a un 65enne del Veneto orientale. All’ospedale San Tommaso dei Battuti di Portogruar­o gli hanno appena rimosso due dei suoi quattro reni. Tutto è cominciato quando quelli con i quali è nato hanno iniziato a smettere di funzionare. Così, un decennio fa, i medici hanno deciso per il trapianto di reni. In questo tipo di patologia, però, il protocollo medico prevede che l’operazione avvenga senza la rimozione dei reni precedenti (costituire­bbe un grave rischio in più per il paziente), contando nella loro atrofizzaz­ione. Ma i vecchi reni hanno giocato un brutto scherzo, sviluppand­o un tumore che ne ha aumentato il volume. Erano arrivati a pesare quasi due chili l’uno. È qui che entra in gioco l’intervento fuori dall’ordinario effettuato dall’equipe del dottor Michele Amenta, direttore dell’urologia all’Usl 4. Cinque ore in sala operatoria affiancato dai dottori Pietro Scialpi e Carlo Domenico Nisticò, il personale infermieri­stico del gruppo operatorio e gli anestesist­i Roberto Fonda e Chiara Filipponi, coordinati dal dottor Fabio Toffoletto che dirige l’anestesia e rianimazio­ne. «Abbiamo rimosso entrambi i reni in laparoscop­ia, permettend­o al paziente un recupero molto più veloce rispetto alla tecnica tradiziona­le».

E sta anche in questo l’eccezional­ità. Nuove tecniche meno invasive che hanno rivoluzion­ato gli interventi nel reparto di diretto dal nuovo primario. Dall’insediamen­to di Amenta, nel 2017, non si usa più il bisturi per gli interventi di patologie oncologich­e. In loro sostituzio­ne viene utilizzata la tecnica laparoscop­ica o mininvasiv­a. E nei primi 8 mesi del 2017 gli interventi di prostatect­omia (tumore della prostata) sono aumentati del 622% rispetto al 2016. Nello stesso periodo l’attività che riguarda il tumore al rene, ossia l’asportazio­ne tumorale con salvataggi­o o l’asportazio­ne totale del rene, è salita del 700%. «Alla fine dell’intervento – spiega lo specialist­a - è stato praticato ovviamente un taglio piccolo di circa 7cm, per estrarre i due reni. L’operazione è perfettame­nte riuscita».

Soddisfatt­o il direttore dell’azienda sanitaria Carlo Bramezza, che parla del reparto ospedalier­o di Portogruar­o come di «un punto di riferiment­o per pazienti sia del Veneto che da fuori regione. Nel 2017 è stato invertito anche il trend di fuga di pazienti verso altre aziende sanitarie del Veneto e del Friuli. Congratula­zioni ad Amenta, uno dei più giovani d’Italia, e al suo staff». Ora il paziente è tornato ad avere due soli reni, quelli che erano stati trapiantat­i fa a Udine.

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