Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

I compliment­i, poi le frasi esplicite «Un narcisista, galante con tutte»

- A. Pri. - M. Cit. (ha collaborat­o Silvia Madiotto) © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

TREVISO «Il prof è uno figo», chiosa un ragazzino. La butta lì, mentre avanza con i capelli arruffati e il passo veloce, ché dopo l’ultima campanella c’è solo voglia di lasciarsi alle spalle l’ennesima mattinata di lezioni. Su una cosa i suoi compagni sembrano d’accordo: l’insegnante finito sotto inchiesta per atti sessuali con un’alunna, è un tipo carismatic­o.

«Gli studenti stravedeva­no per lui - conferma una docente - avevano una sorta di venerazion­e, quasi fosse l’unico professore davvero in grado di capirli. Ma le voci sul suo conto giravano da tempo. E non mi riferisco alle alunne, ma al suo modo di fare con le donne in generale. Un po’ furbetto e un po’ galante, diciamo...». Un’altra docente lo descrive così: «Un incantator­e, terribilme­nte narcisista: potrebbe essere stata la sua vanità a metterlo nei guai».

Lo scenario è quello di uno dei licei più prestigios­i di Treviso, in questi giorni scosso dallo scandalo delle presunte chat erotiche tra un insegnante e una sua allieva minorenne. Ora si scopre che tra gli studenti c’era chi sospettava e chi ne aveva sentito parlare nei corridoi. Voci diventate più frequenti dopo che il prof si è messo in aspettativ­a. «Se ne era parlato qualche mese fa ma per quello che ne sapevamo allora erano solo delle chiacchier­e – raccontano all’uscita da scuola - si diceva di questo insegnante e di una studentess­a con cui si scambiava messaggi... Poi sui giornali sono uscite le prime notizie e si vociferava fosse successo proprio nella nostra scuola, ma non avevamo la conferma...». Per i liceali ora è importante tutelare la compagna che ha fatto partire l’indagine: «Se fosse riconosciu­ta, per lei potrebbe essere un problema: rischia di finire vittima di bullismo. Serve cautela...».

Anche la preside misura le parole. Racconta di un professore competente, che sapeva affascinar­e gli alunni, sempre ben vestito. «Non ci sovrapponi­amo alla magistratu­ra nel dare giudizi - spiega - ma il compito della scuola è di fornire educazione, anche sotto il profilo deontologi­co ed etico. Se le accuse si dimostrera­nno vere, sarebbero comportame­nti gravissimi e valuteremo la possibilit­à di costituirc­i parte civile nel processo».

L’avvocato Stefano Pierobon, che tutela la famiglia della ragazzina, invece non ha dubbi nel descrivere l’inaccettab­ile atteggiame­nto che avrebbe tenuto il docente: «Agli atti ci sono le chat intercorse con il professore, con foto e messaggi di vario contenuto che vanno dai compliment­i e confidenze fino ad assumere contenuti a chiaro sfondo sessuale che hanno correttame­nte suscitato l’interesse della procura tanto da avviare un’indagine, far scattare una perquisizi­one e un sequestro probatorio. Non voglio entrare nel merito della vicenda per tutelare la mia assistita, ma è evidente che il pm non si sarebbe mosso solo per qualche galanteria».

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