Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Capitale della Cultura, caccia ai testimonial
Ca’ Sugana vuole personalità rappresentative per conquistare il titolo. Mezzo milione il valore dei 200 eventi
TREVISO I duecento eventi per la candidatura di Treviso a Capitale italiana della cultura 2020 valgono oltre 450 mila euro: il dossier completo sarà presentato al ministero fra il 5 e l’11 febbraio, l’ultimo passo prima della decisione sulla città a cui sarà assegnato il titolo. Dopo l’inserimento del capoluogo fra le dieci finaliste, l’entusiasmo è grande. Il progetto promosso da settanta enti e associazioni è articolato su un calendario di un anno e mette insieme le iniziative, le manifestazioni, i festival e gli eventi culturali cittadini, inserendoli nel vasto patrimonio storico e artistico trevigiano: il concetto chiave sono le mura non nel loro antico significato di chiusura, bensì di apertura all’esterno, il punto dal quale si irradia un desiderio di cultura allargato anche alla provincia. Quindi fumetti e illustrazione, letteratura, cortometraggi, ma anche studio dell’architettura e del paesaggio e l’urbs picta, caratteristica peculiare del centro storico di Treviso. Un vero e proprio sistema culturale complesso.
A Ca’ Sugana ora si prepara l’audizione al Mibact, a Roma. «Siamo già al lavoro in attesa del calendario ufficiale» spiega l’assessore alla cultura Luciano Franchin. Nella delegazione che rappresenterà Treviso, oltre a Franchin e al sindaco Giovanni Manildo, saranno presenti anche il presidente del comitato scientifico Marco Tamaro (direttore di Fondazione Benetton Studi e Ricerche, partner principale del progetto) e membri del comitato promotore, ma il Comune vorrebbe anche dei «testimonial», esponenti della società civile, dell’impresa e della cultura. La città vincitrice otterrà un finanziamento di un milione per il quale Treviso prevede di sviluppare ulteriori progetti oltre a quelli già previsti dal dossier.
Pieve di Cadore, nella rosa delle trenta candidate, è rimasta esclusa dalla selezione finale ma ha scelto di sostenere la Marca. «Fra i molti messaggi di congratulazioni e appoggio che ci sono arrivati – ha detto Manildo – c’è anche quello della Magnifica Comunità del Cadore, che ci ha dato il proprio sostegno istituzionale e collaborativo affinché possa essere proprio Treviso a raggiungere il sogno di essere Capitale della cultura. È il segno di come, davanti alle sfide importanti, le istituzioni sappiano fare rete. Se Treviso vincerà, vinceranno la città, tutti coloro che hanno a cuore lo sviluppo culturale cittadino, un territorio che si estende oltre i confini provinciali».
La Capitale della cultura italiana nel 2020 sarà scelta il 16 febbraio: un mese esatto di tempo. «A prescindere dal risultato – chiude Tamaro -, che si vinca oppure no, è fondamentale che questo progetto di futuro per una comunità, incentrato sul suo sviluppo e il suo patrimonio culturale, non vada perso. Abbiamo costruito una rete mettendo insieme istituzioni, privati e associazioni, dobbiamo crederci e realizzarla».