Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

La madre di Sofiya: «Ditemi perché è stata uccisa»

Valentiyna in lacrime dal magistrato: «Tragedia più grande se davvero è stato Pascal»

- M. Cit. © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

CORNUDA Per identifica­re definitiva­mente la figlia manca solo il sigillo del dna, e Valentiyna Sidash vuole solo una cosa: «Sapere perché mia figlia è stata ammazzata e se a ucciderla è stato Pascal». È distrutta dal dolore la mamma di Sofiya, la 43enne ucraina scomparsa nel nulla il 15 novembre e il cui corpo martoriato è stato ritrovato la vigilia di Natale in un burrone ai piedi del terzo tornante del Monte Grappa. Ora che non ha più speranze di riabbracci­arla, Valentiyna vuole giustizia per la figlia. E l’ha chiesta ieri, in lacrime, al sostituto procurator­e Giulio Caprarola, che indaga sull’omicidio di Sofiya.

La donna è arrivata dall’Ucraina per seguire le ultime fasi dell’identifica­zione di Sofiya e ieri, insieme all’ex marito Antonio Zamattia e al loro avvocato Francesco Zacheo, ha incontrato il magistrato per chiedere informazio­ni sulle indagini. A lui la donna ha rivolto una sola richiesta: «Vuole sapere la verità – spiega il suo legale -. Perché la figlia è stata uccisa e se davvero è stato il convivente. Circostanz­a che renderebbe la tragedia ancora più grande».

Pascal Albanese, che con Sofiya stava da più di dieci anni, si è tolto la vita il 26 novembre, a undici giorni dalla scomparsa della donna. E proprio su di lui si concentran­o i sospetti degli inquirenti, sulla base delle indagini che porterebbe­ro a ipotizzare un’unica soluzione per il giallo di Cornuda e cioè quella di un omicidio-suicidio. Un’ipotesi difficile da accettare per Valentiyna, che conosceva bene Pascal e di lui si fidava ciecamente.

Intanto, questa mattina, nei laboratori dei Ris di Parma il suo campione salivale sarà confrontat­o con quelli prelevati sul corpo di Sofiya, per confermarn­e un’identità già accertata grazie a una radiografi­a dentale della donna. Sempre stamani è previsto anche un altro accertamen­to, quello sul materiale prelevato sotto le unghie di Sofiya dal medico legale Alberto Furlanetto. Sarà analizzato per verificare se si tratta di materiale biologico e in particolar­e se vi sia un dna estraneo. Se cioè Sofiya si sia difesa prima di essere uccisa e se quel materiale biologico appartenga del suo assassino.

«L’indagine è ancora in corso e bisogna aspettare i risultati delle varie perizie e degli esami di laboratori­o – conclude Zacheo -. Voglio ringraziar­e la procura e i carabinier­i perché stanno facendo un grande lavoro, senza lasciare nulla di intentato per svelare questo mistero».

I nodi del giallo

Il legale: «Vuole sapere cos’ha innescato la furia del killer. Si fidava del compagno»

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Ieri in procura a Treviso Valentiyna, madre di Sofiya, con l’avvocato Zacheo

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