Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Processo a Franceschi Sconto di pena in Appello
I giudici : nove mesi all’ex sindaco di Cortina
BELLUNO Pena ridotta di 33 mesi all’ex sindaco di Cortina d’Ampezzo, Andrea Franceschi. Dopo oltre sei ore di camera di consiglio, i giudici della Corte d’appello hanno riformulato le sentenze di primo grado del processo all’ex sindaco di Cortina Andrea Franceschi (avvocati Antonio Prade e Gaetano Pecorella e Massimo Montino).
L’accusa: aver manipolato, con l’aiuto del suo vice Enrico Pompanin (avvocati Domenico Carponi Schittar e Pierangelo Conte) , la gara d’appalto indetta dal Comune ampezzano per la gestione del servizio rifiuti, così da favorire un imprenditore a lui vicino (e pure candidato in una sua lista), Teodoro Sartori (avvocato Massimo Antonelli), minacciando insieme all’assessore Stefano Verocai (avvocato Michele Godina) l’allora comandante della polizia municipale Nicola Salvato affinché allentasse le maglie dei controlli sugli eccessi di velocità e le guide in stato di ebrezza, soprattutto a ridosso delle elezioni del 2012.
Ridotta a soli 9 mesi la pena di primo grado (3 anni e 6 mesi di reclusione per turbativa d’asta e minaccia a pubblico ufficiale) a Franceschi, ridotta a 8 mesi per Pompanin (2 anni e 8 mesi per la sola turbativa), all’imprenditore Sartori (condannato a 2 anni e 6 mesi per turbativa d’asta) la pena scende a 8 mesi, e scende a 4 mesi anche quella di Verocai (1 anno e 4 mesi per minaccia a pubblico ufficiale). La grande accusatrice, Emilia Tosi (avvo- cato Sandro De Vecchi), dovrà invece pagare le spese dell’Appello. Le repliche sono iniziate al mattino, poco dopo mezzogiorno i giudici si sono chiusi in camera di Consiglio per uscirvi solo verso le 19. Franceschi e Pompanin sono stati inoltre sollevati dall’onere di dover risarcire con 10 mila euro la dirigente dell’ufficio Lavori pubblici, Tosi, dalle cui rivelazioni partì nel 2011 l’indagine della procura dolomitica e della guardia di finanza. Entrambi erano già stati assolti, in primo grado, per la violenza privata (sulla dirigente) e per l’abuso d’ufficio ipotizzati dalla procura sempre nell’ambito dell’appalto sui rifiuti.
Insomma, la Corte d’appello ha dato una lettura totalmente diversa dal collegio bellunese, in cui è stata neutralizzata ogni pretesa dell’accusatrice dell’amministrazione Franceschi. Si chiude così, per ora, la vicenda politico-giudiziaria che sconquassò la Conca portando nel maggio del 2013 all’arresto di Franceschi (21 giorni a domiciliari) e poi al suo esilio dalla città per 500 giorni, confinato nella vicina San Vito di Cadore. Una vicenda che l’ex sindaco ha raccontato in un libro.