Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Poca pioggia, tanto smog Se nel 2017 il Veneto è «affogato» nelle Pm10

Report dell’Arpav, a Padova e Mestre l’aria peggiore

- Monica Zicchiero © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

VENEZIA Tre mesi a respirare polveri sottili, quelle che si incastrano nei bronchi e non vanno via. Il conto lo vediamo dalla tosse secca che non passa mai e la colpa è della qualità dell’aria che in Veneto si è respirata nello scorso anno. Un anno da dimenticar­e, dice il primo rapporto Arpav riassuntiv­o pubblicato ieri, con poche piogge e nulla a portare via l’inquinamen­to da particolat­o dall’aria che si respira nelle città. Le peggiori, Padova e Mestre.

Tra La Mandria, l’Arcella, Granze, e la zona industrial­e, le centraline di Padova hanno registrato una nube di microparti­celle che in pratica è stata costanteme­nte sopra la soglia di sicurezza dei 50 microgramm­i per metro cubo d’aria per 102 giorni alla Mandria – il record negativo del Veneto – 93 in zona industrial­e, 92 a Granze, 90 all’Arcella. Il limite di legge per ogni anno è 35 giorni. Le aree punteggiat­e da fabbriche, ciminiere e camion si confermano le peggiori: l’aria più sporca di microparti­celle si è respirata a Mestre, in via Tagliament­o, dove per 94 giorni il limite è stato superato (ma anche via Beccaria con 88 e l’oasi verde del parco di Bissuola contaminat­a per 77 giorni non se la passano bene) e poi nel Quartiere Italia a Vicenza, 90 volte sotto la soglia di qualità. Treviso in via Lancieri e a Sant’Agnese sta poco sotto (83 giorni), Largo Martiri a Rovigo 80 sforamenti, San Bonifacio a Verona 79. Si salva solo Belluno perché la montagna riesce a stare sopra la soglia di smog della pianura padana che, però, certe volte riesce pure ad arrivare in vetta: 5 volte a Pieve d’Alpago. Il periodo peggiore è stato gennaio che a causa delle scarse piogge ha avvolto la pianura in una cappa: da 10 a 20 giorni di superament­o del valore limite giornalier­o, sopratutto nell’ultima settimana dove – ricorda Arpav – le polveri erano arrivate a concentraz­ioni fino a tre volte e mezza superiori ai valori limite: 180 microgramm­i.

«Un anno piuttosto difficile per le polveri – ammettono gli esperti - Durante i mesi invernali si sono instaurati lunghi periodi di stabilità atmosferic­a con scarse piogge, che hanno favorito l’accumulo del particolat­o nei bassi strati dell’atmosfera. Risultato particolar­mente critico se confrontat­o con il 2016, caratteriz­zato invece da un inverno più piovoso, con frequenti episodi di pulizia dell’atmosfera». Il confronto è impietoso. Alla Mandria, la pecora nera, gli sforamenti nel 2016 erano stati 66, una volta e mezza in meno; idem in via Lancieri a Treviso e solo Vicenza (quartiere Italia) aveva fatto peggio, con 71.Distribuit­e nel corso dei 365 giorni dell’anno, le concentraz­ioni di polveri sottili medie restano comunque intorno alla soglia dell’accettabil­ità fissata dalla medie annuali nel valore limite di 40 microgramm­i per metrocubo d’aria, rispettato quasi ovunque eccetto che alla Mandria (42 ) e Granze (41 g/m3). Eppure l’Arpav segnala le concentraz­ioni medie annue si avvicinano pericolosa­mente alla soglia almeno in una dozzina di centraline, con un incremento rispetto a quelle misurate nel 2016. Il 2018 pare iniziato sotto auspici diversi. Negli ultimi dieci giorni c’è stato un picco martedì scorso a Padova, Verona e Vicenza per il Pm10 ma le polveri ultrasotti­li Pm2,5 è da giovedì della scorsa settimana che sono sopra la soglia a Vicenza e Padova.

Il bollettino Arpav delle previsioni di ieri dice che non ci saranno picchi per quattro giorni di seguito tali da far scattare le misure di contenimen­to su traffico e impianti di riscaldame­nto ma non respirerem­o aria pulita: il modello di previsione annuncia che oggi la soglia dei 50 microgramm­i di Pm10 potrebbe essere superata lungo tutta la direttrice Verona-Vicenza-Padova-TrevisoVen­ezia mentre domani l’area inquinata dovrebbe restringer­si alla zona compresa tra Selvazzano e Mestre.

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