Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
«Influenza, le Regioni hanno risparmiato sui vaccini». L’ira di Coletto
VENEZIA Proprio nel giorno in cui si rendono note le motivazioni con le quali la Corte costituzionale lo scorso 21 novembre ha bocciato il ricorso della Regione contro l’obbligo vaccinale a scuola imposto dalla legge Lorenzin, scoppia l’ennesima polemica tra Palazzo Balbi e Roma sul tema vaccinazioni. La miccia ancora una volta l’accende Walter Ricciardi, presidente dell’Istituto superiore di Sanità, che dichiara, parlando dell’influenza: «L’ondata epidemica in corso è la peggiore degli ultimi 14 anni. Due i motivi: le coperture vaccinali sono scarse negli anziani, negli operatori sanitari e in generale; e poi il 60% dei vaccini somministrati è trivalente, quindi tutela solo da tre ceppi. Mentre il vaccino quadrivalente, che protegge anche dal quarto ceppo, è stato somministrato solo nel 40% dei casi. E’ una lezione che deve servirci per il futuro: chi compra i vaccini, cioè le Regioni, dovrebbe prendere quelli a maggior copertura e non i più economici».
Immediata la reazione di Luca Coletto, assessore regionale alla Sanità: «In Veneto il vaccino antinfluenzale quadrivalente è stato acquistato ed erogato a tutte le categorie a rischio e agli operatori sanitari. Riusciamo a tenere i conti in ordine, ma non sulla pelle della gente. Peraltro la circolare ministeriale di inizio stagione non indicava la necessità e nemmeno l’opportunità di usare il quadrivalente e non il trivalente, ma conteneva solo un mero elenco di vaccini disponibili».
Tornando alla motivazioni della Consulta, recitano così: «Non è irragionevole, nell’attuale contesto e allo stato delle condizioni epidemiologiche e delle conoscenze scientifiche, l’intervento del legislatore che ha ritenuto di dover rafforzare la cogenza degli strumenti della profilassi vaccinale. Ma nulla esclude che, mutate le condizioni, la scelta possa essere rivalutata e riconsiderata». Secondo i giudici «la scelta del legislatore statale non può essere censurata sul piano della ragionevolezza per aver indebitamente e sproporzionatamente sacrificato la libera autodeterminazione individuale in vista della tutela degli altri beni costituzionali coinvolti». (m.n.m.)