Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Coimpo, il vicesindaco intercettato: «Un tecnico va addomesticato»
ADRIA(ROVIGO) Un’intercettazione prodotta dalla maggioranza adriese dove il vicesindaco Federico Simoni (Fi) parla di un tecnico comunale da addomesticare in relazione alle analisi Coimpo, che potrebbe destabilizzare la giunta di centrodestra di Adria guidata dal sindaco Massimo Barbujani fino a farla cadere. Una relazione dei carabinieri forestali che disegna un quadro ambientale molto preoccupante per lo sversamento irregolare dei fanghi dello stabilimento di Ca’ Emo dove il 22 settembre 2014 persero la vita quattro persone in un incidente sul lavoro.
E’ successo un po’ di tutto l’altra sera in consiglio comunale ad Adria, a partire dal fuoco amico legato all’intercettazione di cui ha parlato il consigliere di maggioranza Luca Azzano Cantarutti (Indipendenza Noi Veneto). Cantarutti ha letto un’intercettazione del 19 novembre 2015 nella quale Simoni avrebbe detto: «C’è un tecnico comunale che va addomesticato». A seguito del suo lavoro di analisi dei terreni il tecnico – un geologo – secondo Cantarutti avrebbe potuto dare notizie molto preoccupanti dal punto di vista ambientale. Informazioni che Simoni – sempre secondo il consigliere – non avrebbe voluto uscissero. L’epoca dell’intercettazione è nell’ambito dell’inchiesta dei carabinieri della forestale su delega della Direzione distrettuale antimafia di Venezia. Inchiesta che lo scorso mese ha portato a sei arresti degli ex vertici Coimpo. I sei avrebbero dato vita a traffici illeciti di rifiuti dal 2010 al 2014 ed, in misura più ridotta, fino all’estate 2016 quando la produzione alla Coimpo s’è fermata definitivamente. Il siluro lanciato contro il vicesindaco è poi sfociato in una mozione di sfiducia – non ammessa - contro Simoni.
Ma la seduta consiliare dell’altro ieri ha visto anche la lettura, da parte dell’assessore all’Ambiente di Adria Giorgia Furlanetto (FdI), di una relazione dei carabinieri forestali sugli esiti della loro attività di indagine su Coimpo dal punto di vista ambientale. Negli ampi stralci letti dall’assessore si evince che sono stati eseguiti 32 campionamenti su 6 fondi agricoli in Polesine, 377 ettari in tutto, che avrebbero ricevuto i fanghi inquinanti della Coimpo. In cinque fondi su sei è emerso un inquinamento dei terreni da diossina, zinco, idrocarburi, policlorobifenili.
Nella relazione si suppone che l’opera di inquinamento da parte di Coimpo possa essere iniziata all’incirca quindici anni fa. Nell’ambito dell’inchiesta della Dda di Venezia, lo scorso dicembre due fondi agricoli da complessivi 280 ettari ad Adria (ed in minima parte a Pettorazza Grimani) sono già finiti sotto sequestro da parte degli inquirenti. «Sono dati a dir poco agghiaccianti», ha commentato Luca Cantarutti. Per ora, come spiega il direttore generale dell’Asl 5 Antonio Compostella, «non esistono questioni legate alla sanità pubblica che siano riconducibili all’attività dello stabilimento adriese».
Al di là di quanto letto l’altro ieri in aula dal consigliere di maggioranza Cantarutti, il clima attorno al vicesindaco di Adria – che non è indagato - è arroventato. L’esponente azzurro sarebbe stato intercettato al telefono anche con Marco Trombini, presidente della Provincia che ha in capo le autorizzazioni. Simoni avrebbe chiesto aiuto a Trombini per risolvere la problematica Coimpo e delle vasche di lavorazione dei fanghi sequestrate a seguito delle quattro morti sul lavoro. Sul punto Trombini replica così: «Non ho mai ricevuto alcuna pressione dal vicesindaco di Adria riguardo a Coimpo. Aggiungo che quando i vertici aziendali hanno chiesto un incontro alla Provincia, ho sempre risposto che dovevano venire coi loro avvocati e che noi ci saremmo rapportati coi nostri legali, proprio per evitare ogni malinteso».