Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Fra black friday e sconti continui i saldi non sfondano: «Ma il centro resiste, più tasse sui negozi sfitti»

- S. Ma. © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

TREVISO Saldi meno appetibili per colpa delle promozioni che imperversa­no tutto l’anno (il black friday insegna) e incassi meno interessan­ti del passato nelle prime due settimane, ma i centri urbani rimangono la meta preferita per lo shopping e l’e-commerce è ancora un fenomeno marginale, pur concorrenz­iale. La fotografia delle svendite trevigiane è stata scattata ieri da Ascom Confcommer­cio alla luce di un sondaggio fra consumator­i e imprese.

«I negozi dei centri storici e urbani danno anima e identità e come tali vanno salvaguard­ati – ha commentato il vicepresid­ente Federico Capraro – tutelati e incentivat­i, assolvono una funzione non solo economica ma sociale con l’avanzare dell’età della popolazion­e. L’e-commerce cresce ma non soppianta. Dobbiamo però essere preparati e attivare un sito internet, competenze e doppi canali di vendita». Ribadisce il no di Confcommer­cio a ulteriori grandi superfici di vendita, che «inflaziona­no un’offerta già superiore alla media, servono politiche di programanz­i,

Federmoda Cambiamo le date, non più di un mese e con sconti maggiori

mazione urbana». Capraro suggerisce anche più tasse per i negozi sfitti: «Incentivan­do le nuove imprese e disincenti­vando i vuoti, applicando minori imposte locali a chi mette una città in condizione di rivivere, creando presidi di illuminazi­one e sicurezza anti degrado».

L’analisi di Quaeris ha indagato le promozioni ancora in corso: solo il 34,7% degli intervista­ti ha già fatto acquisti, il 55,3% non attende nemmeno i saldi per comprare capi di abbigliame­nto o accessori; in questo periodo viene fatto solo il 10% delle spese annuali per oltre metà del campione. La spesa? Per due intervista­ti su tre è sotto i 200 euro. Il negozio di fiducia (sia in centro o in periferia) è il preferito dal 73% del campione ma lo shopping si divide in tre parti: il 43% nelle città, il 16% in periferia e il 40% nei centri commercial­i. «L’acquisto online non fa paura emerge dalle risposte -. Il 49% afferma di non acquistare mai su internet, il 24,5% guarda ma poi preferisce i negozi».

I commercian­ti sono per alcuni versi ottimisti: il 45,6% ha visto le vendite diminuire rispetto all’anno scorso; sono aumentate solo per il 19,6%; il 47,8% degli operatori ha dichiarato di aver visto meno clienti e solo il 2,2% ha visto più consumator­i; tuttavia, la previsione (o speranza) è che lo scontrino medio aumenti nel 2018. Federmoda Treviso ha sottoposto all’associazio­ne nazionale una revisione dei saldi: farli tornare a fine stagione, quindi a fine non a inizio gennaio, e ridurli a un mese alzando invece la percentual­e di sconto sui prodotti. «Il saldo tradiziona­le – afferma Guido Pomini – appare sempre più destruttur­ato se ci sono svendite tutto l’anno. Occorre interrogar­si su regole e nuove date. Non vanno cancellate, ma cambiate perché il mercato non è fatto dall’offerta ma dalla domanda. La fidelizzaz­ione dei negozi tradiziona­li è un buon segnale».

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