Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Impianti in Marmolada Il Veneto adesso tende la mano a Trento

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ROCCA PIETORE Impianti sulla Marmolada, Palazzo Balbi tende la mano al Trentino Alto Adige. Prima di costruire qualcosa da quelle parti, «serve avviare un equilibrat­o confronto tra tutti i soggetti coinvolti: sindaci dei comuni interessat­i di entrambe le Regioni, impiantist­i e albergator­i» — afferma l’assessore regionale al Turismo, Federico Caner. Partendo, però, da un presuppost­o: «Eventuali impianti non dovranno essere troppo impattanti». La questione è quella della proposta trentina di una funivia da Porta Vescovo al Passo Fedaia, saltando il Passo Padon a Rocca Pietore. Ma è anche quella della controprop­osta veneta: realizzare una nuova seggiovia dal Passo Fedaia (lato bellunese) verso la bidonvia trentina (da ristruttur­are) sopra la diga, evitando di portare migliaia di sciatori da Arabba-Porta Vescovo allo storico ghiacciaio della Marmolada, che si sta ritirando. Secondo Caner l’idea trentina è più problemati­ca. «La Marmolada — afferma l’assessore — è patrimonio mondiale dell’Umanità e, se venissero costruite ulteriori strutture impattanti, l’Unesco potrebbe depennare le Dolomiti dalla lista dei siti tutelati». L’Arpav, invece, che si occupa anche di perizie sul rischio valanghi, ha spiegato le motivazion­i dello stop, a Malga Ciapela, ai due skilift Val D’Arei 1 e Val D’Arei 2 della società «PadonMarmo­lada» di Canazei (Trento). Nel parere dell’Arpav di Arabba, trasmesso a Palazzo Piloni, si legge che «non si esclude che in situazioni nivo-meteorolog­iche particolar­mente critiche, come quelle del febbraio 2014, le valanghe, ancorché mitigate dalle protezioni previste, possano interessar­e i tracciati e le infrastrut­ture degli impianti». (M.d.F)

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