Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Morì per la spinta, in cella il compagno

Vittorio Veneto, svolta dopo mesi: a Furlan contestato l’omicidio preterinte­nzionale

- Citter

VITTORIO VENETO (TREVISO) Dopo mesi e un’inchiesta partita troppo tardi, per ammissione del gip che ha firmato l’ordinanza, è stato arrestato Luca Furlan, 47 anni, il compagno della 66enne Elda Tandura morta per il trauma causato da uno spintone ricevuto durante una violenta (l’ennesima) lite a casa. All’uomo è contestata la pesante accusa di omicidio preterinte­nzionale. Prima di spirare, Elda aveva raccontato l’accaduto a una infermiera in ospedale.

VITTORIO VENETO È stato arrestato a quasi quattro mesi dal litigio durante il quale avrebbe picchiato la compagna Elda Tandura, 66 anni, provocando­le il trauma cranico che l’ha uccisa.

I carabinier­i hanno eseguito ieri l’ordinanza, firmata dal gip Angelo Mascolo, a carico di Luca Furlan, il 47enne ora recluso nel carcere di Santa Bona con l’accusa di omicidio preterinte­nzionale. A portarlo dietro le sbarre è stato il risultato dell’autopsia eseguita sul corpo della donna, morta il 24 ottobre scorso dopo un mese di agonia e due interventi neurochiru­rgici. Esame secondo il quale Elda sarebbe deceduta per le conseguenz­e di un trauma cranico provocato da una violenta spinta che le avrebbe fatto sbattere la testa sul pavimento. E secondo il sostituto procurator­e Mara Giovanna De Donà, a spingere la donna sarebbe stato proprio il compagno, al culmine di una delle frequenti liti che i due avevano.

Subito dopo la morte della donna Furlan era stato indagato con l’accusa di maltrattam­enti aggravati dalla morte. Ma con l’esito dell’autopsia, il magistrato ha aggravato l’ipotesi di reato in omicidio preterinte­nzionale e ha chiesto al gip Angelo Mascolo la custodia cautelare in carcere. «Per il grave rischio di reiterazio­ne del reato» ha precisato il giudice, visto l’abuso di alcol al quale il 47enne sarebbe dedito e la propension­e «a essere violento con un’eventuale nuova compagna». Le liti con la 66enne, infatti, erano frequenti e Furlan è imputato in due processi per maltrattam­enti e lesioni sulla donna.

Quella sulla morte di Elda Tandura è un’indagine partita in ritardo, come ha rilevato anche il gip Mascolo nell’ordinanza sottolinea­ndo come «gli inquirenti avrebbero dovuto fare qualcosa nell’immediatez­za dei fatti, visto che la donna è arrivata in ospedale con i segni delle percosse ricevute». Dalla notte del 28 settembre, quando la 66enne era stata ricoverata, fino alla sua morte, il 24 ottobre, il fascicolo è rimasto fermo. Di fatto, gli accertamen­ti sono iniziati solo quando l’inchiesta è stata affidata al sostituto procurator­e De Donà, che ha subito iscritto Furlan nel registro degli indagati. Ad accusarlo ci sono anche le dichiarazi­oni dei vicini di casa, che hanno sentito la violenta lite tra i due, e quelle di un’infermiera alla quale Elda aveva confessato: «Ho preso uno schiaffone» e «mi ha spinta». «Le accuse che la procura muove a Furlan restano tutte nel campo delle supposizio­ni – precisa Alessandra Nava, avvocato del 47enne -, formulate sulla base di accertamen­ti tardivi. Per questo ricorrerem­o sicurament­e al tribunale del Riesame».

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L’abitazione La casa di Elda Tandura, morta a 66 anni dopo un mese di agonia

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