Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Alunno bloccato a terra dalla maestra «Non l’ho tenuto col ginocchio»
BELLUNO «Dovevo prendere una decisione e l’ho fatto. Ero preoccupata che il bambino si sottraesse alla mia vigilanza». Si è difesa così ieri O.G., l’insegnante di una scuola elementare del capoluogo accusata di lesioni aggravate e abuso di mezzi di correzione verso un alunno. «Fin dalla prima classe era stato aggressivo con noi e con gli altri bambini — ha raccontato l’insegnante — Solo dopo ci hanno spiegato che soffriva di iperattività e aveva disturbi del comportamento, oltre a un grave deficit dell’attenzione. Scattava senza motivo: calci, pugni, sputi, parolacce».
Il fatto due anni fa. Insegnanti e studenti si trovavano nell’atrio della scuola in attesa dell’ultima campanella. Il bambino, «rosso in viso e sudato», forse in preda a una delle sue crisi, aveva detto all’insegnante che se ne sarebbe andato. «Me l’ha ripetuto varie volte — ha continuato O.G. — Era un braccio di ferro psicologico in cui lui doveva vincere. Non vedevo la sua assistente sociale fuori in cortile e dovevo fare qualcosa».
Al suono della campanella aveva preso il bambino per il colletto della giacca, «la parte più esposta e facile da afferrare», l’aveva trascinato per un paio di metri ed erano caduti. Poi si era messa sopra di lui per bloccargli le gambe e gli aveva stretto le mani. Solo l’intervento di un genitore, carabiniere fuori servizio, le aveva fatto lasciare il bambino.
Il Pm ha insistito sulla versione raccontata dai testimoni dell’accusa secondo cui O.G. avrebbe fermato a terra il bambino con un ginocchio sul costato. «Il carabiniere mi ha stupita. Come ha potuto dire una cosa del genere? Mi ha fatto pensare che non fosse in buona fede» ha commentato l’insegnante. Ora ultimi testi della difesa e poi la sentenza.