Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
«Care vittime del treno vi difendiamo noi» Bufera sul post dei legali
Venezia, post dopo l’incidente: «Pronti a difendervi». Interviene l’Ordine
VENEZIA Un noto studio legale di Mestre (Agazzi Caldera), appena qualche ora dopo la tragedia ferroviaria di Milano, nella quale sono morte tre donne, ha pubblicato un post sulla propria pagina Facebook, in cui si è rivolto alle vittime offrendo i propri servizi. «Siamo in grado di fornire assistenza altamente qualificata alle incolpevoli vittime di questa sciagura», si leggeva. Inevitabile, è scoppiata. «Prenderemo provvedimenti — è insorto il presidente dell’Ordine degli Avvocati di Venezia Paolo Chersevani — spero non si gettino ombre su tutti i colleghi che sono stati corretti».
VENEZIA Erano passate poche ore dal disastro ferroviario che giovedì mattina a Milano è costato la vita a tre donne e provocato decine di feriti, quando nella bacheca Facebook di un noto studio di avvocati di Mestre è apparso un post che ha scatenato l’indignazione collettiva. «I prossimi congiunti delle vittime e le numerose persone che hanno subito lesioni hanno il diritto di ottenere il giusto risarcimento dai responsabili dell’accaduto. Lo studio legale Agazzi Caldera è in grado di fornire assistenza altamente qualificata alle incolpevoli vittime di questa sciagura».
Un’uscita a dir poco di cattivo giusto che fa sembrare gli avvocati degli avvoltoi pronti a gettarsi sulle tragedie. Gli autori Fabio Agazzi e Giorgio Caldera, con studio in via Bruno Maderna, hanno cancellato il giorno dopo, ma screenshot delle funeste dichiarazioni girava ormai da almeno un giorno nei cellulari di molti legali del Veneto, sconvolti da quella censurabile pubblicità. Tardive le scuse: «Ci preme evidenziare che la pubblicazione del post e dei suoi contenuti è stata purtroppo frutto di un fraintendimento — rispondono i due legali in merito — Non era certo nostra intenzione urtare la sensibilità delle vittime di questa grande tragedia alle quali, anzi, vogliamo esprimere la nostra solidarietà». Ma la frittata ormai è fatta.
Sarà il consiglio dell’Ordine degli avvocati di Venezia, lunedì, a prendere le prime misure disciplinari nei confronti dei due legali. Agazzi e Caldera che hanno infranto l’articolo 37 del codice etico dell’avvocatura che impone il «divieto di accaparramento di clientela» mediante l’offerta delle proprie prestazioni al domicilio dei clienti, nei luoghi di lavoro, di svago e in generale nei luoghi pubblici e aperti al pubblico». E Facebook è ormai luogo pubblico per eccellenza. La sanzione va dall’avvertimento alla sospensione dalla professione per un anno. Ieri mattina intanto è stato l’Ordine degli avvocati di Padova a fare le prime pubbliche accuse. «Il Consiglio dell’Ordine esprime indignazione per il post pubblicato da alcuni colleghi con riferimento al tragico incidente ferroviario, e auspica che gli stessi siano perseguiti nel modo più severo sul piano disciplinare». Poi è toccato a quello di Venezia: «Prenderemo provvedimenti, lunedì c’è il consueto incontro del Consiglio e si discuterà del caso — spiega il presidente Paolo Chersevani — spero non si gettino ombre su tutti i colleghi che si sono sempre comportati correttamente». La condanna è arrivata anche dalla Camera penale di Venezia e dall’Ordine di Treviso che ha rimarcato «la più profonda indignazione per la strumentalizzazione di un grave incidente».