Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Esce «15:17» di Eastwood Due eroi comuni a Venezia
I protagonisti all’inizio di un viaggio europeo. Sventeranno un’azione terroristica, diventando eroi Nelle sale il nuovo «15:17 Attacco al treno» che parte proprio dalla Laguna
«Sento una forza dentro di me che mi sta catapultando in qualcosa di più grande». Quella forza capace di trasformare Spencer Stone, da ragazzotto di Sacramento che fin da piccolo aveva il dono di cacciarsi nei guai, a eroe della guerra quotidiana contro il terrorismo, Spencer la sentì montare dentro di sé a Venezia, sulla terrazza del Conservatorio «Benedetto Marcello», ammirando a perdita d’occhio il panorama senza tempo della città, al tramonto di una giornata trascorsa da turista insieme al suo amico d’infanzia Anthony Sadler.
Così almeno la racconta l’87enne regista americano Clint Eastwood in 15:17 Attacco al treno, il film sui tre eroi per caso americani che il 21 agosto 2015 sul treno da Amsterdam a Parigi sventarono un attacco terroristico che avrebbe potuto sterminare un intero treno passeggeri. Il film, costato 30 milioni di dollari e distribuito dalla Warner Bros. Pictures, esce oggi nelle sale italiane e racconta la storia dei tre ragazzi - oltre a Stone, Alek Skarlatos e Sadler - che realmente compirono l’impresa di bloccare e consegnare alla polizia il terrorista marocchino Ayoub, interpretato da Ray Corasani.
Ieri l’anteprima per la stampa a Roma e Milano ha permesso di svelare come, dopo le diverse fasi di lavorazione, Eastwood sia riuscito a trasformare in uno snodo importante del suo film la tappa veneziana. Girato in città dal 16 al 18 agosto del 2017 in una Venezia preda del calore agostano, il lavoro di Eastwood - nel quale gli eroi, per la prima volta in un film a così alto budget, interpretano se stessi - ripercorre l’itinerario tipico del turista (di massa) che affolla la laguna, dall’arrivo zaino in spalla e trolley sbattuto sui gradini della stazione Santa Lucia, al giro in Canal Grande in vaporetto con gli immancabili selfie, alla tappa a Rialto e San Marco con visita della Basilica e battuta sui cavalli della quadriga che in origine era all’ippodromo di Costantinopoli.
Stone e Sadler - che all’epoca avevano vent’anni e da un po’ non si vedevano perché Stone, appassionato di armi e guerra fin da piccolo, era nell’Aeronautica militare americana, mentre Adler era al college a Sacramento - prima di Venezia avevano fatto un giorno - uno solo! - a Roma, con immancabile sottofondo di Volare. E se nella Capitale i due fanno i «piacioni» con l’albergatrice inquadrata stile Malizia da sotto a su con la battuta «A Roma vogliamo vedere tutto», a Venezia i ragazzi, con la scusa di farsi fare una foto, trascorrono la giornata con una turista orientale che sconsiglia loro Parigi e con la quale chiudono la giornata sulla terrazza dell’hotel Gritti ordinando l’inevitabile «pizza!».
La trasformazione da ragazzi alle prese con un rabberciato grand tour - «ci sono molte cose antiche qui», è una delle battute involonta- rie dei due con cui Clint li prende in giro - a eroi premiati con la Legion d’onore dal presidente Hollande all’Eliseo, nel film inizia però proprio dalla laguna, dove il bello si mostra in modo prepotente ai due americani, che si riuniranno all’amico Skarlatos solo ad Amsterdam per una notte movimenta.
La stessa bellezza quieta e prepotente a un tempo che ha colpito Eastwood la scorsa estate nei giorni agostani delle riprese, con un soggiorno all’hotel Cipriani alla Giudecca, dove a colpirlo fu anche la tempura di verdure dell’orto sinergico preparata per lui e la moglie Christiane Sandera dallo chef trevigiano Davide Bisetto, all’hotel Gritti, essenziale per poi girare la scena della pizza, e all’Harry’s bar di Arrigo Cipriani, dove il regista, ormai praticamente vegano, si è fatto preparare un minestrone di verdure di stagione.
Nei giorni di massimo attacco mediatico, prima per il conto da capogiro ai quattro turisti giapponesi - ma chissà quanto avrebbero pagato nella realtà i tre quelle tre pizze con tre calici di vino su una delle terrazze più spettacolari della laguna - poi per i numeri del Carnevale, Venezia si prepara a consegnare al mondo una nuova cartolina internazionale di sé, dopo quella di The tourist con Johnny Depp e Angelina Jolie, otto anni fa, e quella di The italian job con Donald Sutherland, quindici anni fa, quando per rendere credibile un inseguimento in laguna la produzione esagerò col moto ondoso sollevando numerose proteste.
Per Clint, finora, solo elogi. Ma a Venezia c’è sempre il purista in agguato. E chissà se qualcuno avrà da ridire sull’ostello della Giudecca trasformato per l’occasione in un locale di Berlino dove i due ragazzi vengono dirottati dal «fattone» di turno ad Amsterdam e riempito di listini tedeschi.
Una storia vera Spencer e Anthony di fronte alla bellezza