Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Scuola, in 50mila senza vaccini
Con l’obbligo per legge 9mila rischiano di essere esclusi dall’asilo. Per tutti pronta la multa
VENEZIA Sono 8800 i bimbi tra 0 e 6 anni che rischiano di essere lasciati a casa dall’asilo, perchè non risultano in regola con i 10 vaccini obbligatori. In totale sono 50mila gli studenti veneti inadempienti tra 0 e 16 anni su un totale di 571.463: rischiano tutti una sanzione fino a 500 euro. Dal 19 settembre, data della prima ricognizione della Regione che indicava in 77mila il totale dei ragazzini non a posto, si è riusciti a metterne in regola solo 27mila. L’allarme dei pediatri: «Resta scoperto l’8%, percentuale alta, a rischio la salute dei minori».
VENEZIA A un mese dal termine ultimo del 10 marzo imposto dalla legge Lorenzin ai genitori dei minori tra 0 e 16 anni per presentare la certificazione relativa alle dieci vaccinazioni obbligatorie (contro poliomelite, difterite, tetano, epatite B, pertosse, Haemophilus influenzae b, morbillo, rosolia, parotite e varicella) si scopre che in Veneto risultano ancora inadempienti 50mila studenti inclusi in tale fascia d’età, su un totale di 571.463 (dati Regione e Ufficio scolastico regionale). In particolare 21mila risultano non aver assunto nessuno dei vaccini indicati (agli altri 29mila mancano ancora delle dosi, tra 2 e 5, non hanno insomma completato il ciclo), mentre 8800 sono i bambini tra 0 e 6 anni (su un numero complessivo di 123.901). Per questi ultimi la situazione è più critica, perché se non in regola oltre a dover pagare una sanzione fino a 500 euro, come gli allievi di elementari, medie e biennio delle superiori, saranno costretti a interrompere a metà anno scolastico la frequenza al Nido o alla materna.
Nonostante l’impegno delle Usl che, anche assumendo nuovo personale, alle vaccinazioni ordinarie hanno dovuto aggiungere i «recuperi», il lavoro allo sportello per il rilascio alle famiglie della documentazione da presentare a scuola e le incombenze amministrative per richiamare i genitori dei minori inadempienti, fissare colloqui e sedute col medico, non si sono compiuti i passi avanti sperati. Dal 19 settembre, data della prima ricognizione della Regione che indicava in 77mila il totale dei ragazzini non a posto con le vaccinazioni tra zero e 16 anni (di cui 28.500 tra 0 e 6 anni), si è riusciti a metterne in regola solo un terzo, 27mila. Circa l’8%, sia del totale sia degli 8800 in età da asilo, resta scoperto. «E’ una percentuale alta — avverte Giuseppe Giancola, segretario padovano della Fimp (pediatri) — perché va sommata al 4%-5% dei bambini che pur immunizzati non rispondono al vaccino, quindi è come se fossero scoperti. Per garantire l’effetto gregge, cioè la tutela loro e dei piccoli che a causa di gravi motivi di salute non possono essere vaccinati, bisogna arrivare a una copertura del 92%-95%, in ogni classe e in generale. Ora, stando agli ultimi dati e aggiungendoci i bimbi che non rispondono ai sieri, nella fascia d’età 0-6 anni siamo a quota 85%-86% (in generale invece il Veneto è al 92%, ndr). E i sindaci chiedono di prorogare questa situazione di pericolo? Ma allora ha ragione il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, quando dice che giocano sulla salute dei bambini. Quando i politici parlano di Medicina — chiude Giancola — fanno grossi danni, forse perché la confondono con la sanità. La prima è scienza, di cui non sanno nulla, la seconda è l’organizzazione della Medicina».
Per di più centinaia di famiglie, probabilmente no vax, fanno melina. «La stanno tirando in lungo apposta — conferma Antonio Ferro, igienista e responsabile del sito regionale VaccinarSì — prendono appuntamento all’Usl ma il giorno prima telefonano per disdire con le scuse più varie, tipo il bambino ha la febbre, o mandano una nota scritta per chiedere chiarimenti già ricevuti. Di colloqui le aziende sanitarie ne hanno concessi a migliaia, ora partono le raccomandate di richiamo alle famiglie che non si sono mai presentate. In più le Usl stanno aspettando dai ministeri di Salute e Istruzione l’autorizzazione a trasmettere direttamente in via informatica alle scuole lo stato vaccinale degli iscritti. Per superare i problemi di privacy — anticipa Ferro — scriveranno solo: a posto, oppure non a posto. Così si eviteranno le file dei genitori agli sportelli». «Intanto però diverse famiglie lamentano di non riuscire a ottenere dalle Usl la documentazione richiesta — rivela Stefano Cecchin, presidente della Fism, che riunisce le scuole materne parificate — siamo preoccupati». Succede che per un tot di ore alcune aziende sanitarie dopo aver smaltito migliaia di domande spostano il personale dalle incombenze amministrative agli ambulatori, per onorare le sedute del nuovo calendario vaccinale. Del resto, si chiedono i medici, possibile che nessuna mamma abbia conservato il libretto vaccinale dei bambini e debbano tutte chiederne copia?
E poi: a chi toccherà allontanare dall’asilo i piccoli non immunizzati? «Alle scuole — spiega Cecchin — o ai sindaci per le poche materne comunali del Veneto. La nostra associazione riunisce 1043 asili per un totale di 93mila iscritti: ovvero il 65% nella fascia 3-6 anni e il 50% tra zero e 3 anni. All’inizio di marzo faremo una ricognizione per capire quanti iscritti non siano in regola. A quel punto esamineremo a fondo caso per caso, ma tolte situazioni particolari dovremo rispettare la legge e quindi dall’11 marzo non potremo più accettare in classe i bimbi non a posto con le vaccinazioni».