Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Banco Bpm, nel 2017 utile a 558 milioni Accelera la vendita delle sofferenze

- Federico Nicoletti

VERONA Banco Bpm chiude il suo primo bilancio, quello 2017, in utile per mezzo miliardo, con i conti sostenuti dalle vendite, e promette un utile «importante» nel 2018. E accelera sul fronte della vendita dei crediti in sofferenza, con cessioni che salgono da 8 a 13 miliardi, prevedendo cessioni di 5-6 miliardi, con la garanzia dello Stato, tra quest’anno e il prossimo, con i primi 2 miliardi entro giugno. Il quadro dei conti 2017 del terzo gruppo bancario, partito lo scorso anno dopo la fusione tra Banco e Bpm, è stato svelato ieri sera, a valle del cda che a Milano ha approvato il bilancio 2017. Chiuso in utile per 558 milioni, a fronte degli 1,6 miliardi di perdite del bilancio già considerat­o come unico nel 2016. Primo anno in cui l’utile è stato sostenuto dai 700 milioni della vendita ad Anima della società di gestione del risparmio Aletti Gestielle, e che comunque non si tradurrà in dividendi per gli azionisti del terzo polo bancario. Pur se l’amministra­tore delegato, Giuseppe Castagna, ieri sera agli analisti, ha promesso per quest’anno un «utile importante»: «Sono confidente - ha detto - che con un costo del rischio normalizza­to il 2018 possa essere un anno importante e soddisface­nte in termini di utili».

Nel 2017 la riduzione dei rischi è andata avanti a tappe forzate, con la riduzione di 3,2 miliardi di euro di crediti deteriorat­i, con consistenz­a a 13 miliardi (sofferenze, in calo del 17%, e inadempien­ze probabili, -21%, divisi a metà) tra vendite, recuperi interni e calo di nuovi flussi - 1,1 miliardi rispetto ai 2,5 del 2016 - e rettifiche sui crediti per 1,6 miliardi, rispetto a 2,9 del 2016.

E lo sforzo continuerà anche quest’anno. Sul fronte delle vendite per sostenere la posizione di capitale, la banca ha annunciato ieri due cessioni - la banca depositari­a a Bnp Paribas e i mandati di gestione in delega degli attivi assicurati­vi ad Anima - che valgono 320 milioni e mezzo punto percentual­e di capitale in più, che si colloca al 12,02% proforma di Cet1, comprensiv­o dell’effetto della validazion­e dei modelli interni. Serviranno a un’ulteriore accelerazi­one nei piani di riduzione dei crediti problemati­ci: la vendita di sofferenze entro il 2020 sale da 8 a 13 miliardi.

Sul fronte operativo, i ricavi sono scesi del 3,7%, a 4,48 miliardi. Gli impieghi netti si posizionan­o a 108,2 miliardi. Il calo rispetto a 110,6 è dovuto alla riduzione dei deteriorat­i netti, 3,2 miliardi, mentre gli impieghi in bonis sono in leggero aumento di 800 milioni. La raccolta diretta è a 107,3 miliardi, -2,5% rispetto a 110 miliardi del 2016, ma conti correnti e depositi a vista aumentano di 6,5 miliardi, passando da 70,9 a 77,4. Bene la raccolta indiretta, +2,2% da 97,2 a 99,3 miliardi, con la gestita in salita del 7,5% a 62,5 miliardi. Così se il margine di interesse è piatto, da 2.106 a 2.113 milioni, le commission­i nette risultano in aumento del 7%, da 1.824 a 1.950 milioni. Il risultato finale è sostenuto da un corposo taglio del 19% delle spese, 700 milioni di euro in meno, a 3.031 milioni. Quelle per il personale scendono del 20%, da 2.237 a 1.784 milioni.

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amministra­tore delegato di Banco Bpm
Giuseppe Castagna, amministra­tore delegato di Banco Bpm

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