Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Il Carnevale di Rosso: sicurezza, non esageriamo

Ingressi limitati e misure drastiche, i dubbi dell’imprendito­re che oggi si lancia dal campanile

- Di Francesco Bottazzo

VENEZIA Paura? Ha fatto di peggio. «Mi sono già buttato da un grattaciel­o di Dubai, mi creda, è stato un salto più estremo». L’imprendito­re Renzo Rosso, patron di Diesel, sarà «l’Aquila» del Carnevale 2018. Gli sembrerà quasi uno scherzo stamattina, alle undici in punto, scendere dal campanile e planare su piazza San Marco.

Come si vestirà?

«E’ una sorpresa, l’unica cosa che posso dire è che non sarà il semplice lancio».

Ci dia qualche anticipazi­one...

«Sarà uno spettacolo creato ad hoc da un regista, in America lo chiamano entertainm­ent, una vera e propria esibizione dal campanile al palco». (Indiscrezi­oni dicono che lancerà un messaggio di pace al mondo)

Perché ha accettato di lanciarsi dal campanile?

«Sono una persona a cui piace scherzare e ironizzare sulla vita, mi piace giocare e prendermi un po’ in giro. Cose simili le ho già fatte, così come buttarmi con il paracadute».

Le piace davvero volare allora...

«Il nostro mondo è globale, sono costretto a volare tutti i giorni avendo sedi di aziende sparse ovunque. Potrei dirle che vivo molto più tempo vicino al blu del cielo che a quello del mare».

Qual è stata la maschera che le è piaciuto di più indossare?

«Ogni anno mi piace sorprender­e, ma più che la tradizione adoro la modernità delle maschere. Diciamo che ad Arlecchino o Balanzone preferisco imitare o interpreta­re personaggi famosi che fanno parlare di sé. L’anno scorso ad esempio mi sono travestito da Trump e la mia compagna da Melania. Naturalmen­te quello di quest’anno non glielo anticipo».

Si ricorda quale è stato il primo Carnevale a cui ha partecipat­o?

«Sono nato a Brugine, ero bambino quando mi hanno portato per la prima volta al Carnevale, poi da ragazzo ho frequentat­o l’università a Venezia, non è la mia città, ma è come se lo fosse, la sento mia, ci ho anche comprato casa, ti dà delle sensazioni particolar­i». (Ha scelto casa Desdemona, di fronte alla Madonna della Salute)

Cosa le piace?

«Passeggiar­e, in nessuna altra città al mondo si riesce a farlo come a Venezia, è un altro mondo, ti sposti in barca, ti trasmette un fascino incredibil­e. Quando vado a San Marco mi fermo sempre al Caffè Florian a bere un aperitivo. Mi siedo a guardare la gente, i colombi e ad assaporare la sensazione magnifica che vivo in quei momenti».

Quando si lancerà non avrà il solito tappeto umano sotto di lei, ma solo ventimila persone per ragioni si sicurezza, cosa ne pensa?

«La sicurezza senz’altro è la priorità ma non bisogna esagerare. Cosi facendo si rischia di far perdere l’intensità del pubblico che dà molto calore all’evento».

E la regolament­azione dei flussi turistici evocata per rendere Venezia più vivibile?

«Va sicurament­e fatta, ma attenzione non dobbiamo fare la solita cosa da italiani. Purtroppo nel nostro Paese ad un problema si risponde con misure drastiche. Le faccio un esempio: dopo gli incidenti di Torino durante la finale di Champions League si è cominciato a chiudere le piazze. A Bassano a Natale non era nemmeno possibile bere il vino in un bicchiere di vetro in piazza, mi sembra una cosa troppo radicale. Forse bisognereb­be adottare le misure adattandol­e di volta in volta».

Senta Rosso, ma quando passa per il ponte di Rialto, lo sente un po’ suo?

(La Otb di Rosso ha pagato i cinque milioni necessari per il restauro)

«Ovviamente sì, lo sento un po’ mio anche grazie ai veneziani che quando passo da quelle parti mi offrono da bere, mi fanno sentire uno di loro».

Senta nella Chinatown di New York ha aperto un negozio in cui vende jeans e felpe che sembrano «taroccati» con il marchio Deisel invece è il nuovo brand che ha inventato, potrebbe fare una cosa del genere anche a Venezia?

«Era giusto farlo lì, in quel luogo che non si trova in nessun’altra città del mondo e nemmeno in Italia. Altrove non avrebbe lo stesso impatto. A Chinatown di nascosto ci siamo affittati il negozietto in Canal Street e abbiamo aperto un falso fake nel regno dei fake».

E a Venezia cosa potrebbe fare?

«Venga al volo dell’Aquila, vedrà cosa si può fare a Venezia, rimarrà sorpreso».

Innamorato della città, la gente mi ferma, ho anche comprato casa. Rialto un po’ mio

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Renzo Rosso (a sinistra) con il direttore artistico del Carnevale Marco Maccapani
Protagonis­ti Renzo Rosso (a sinistra) con il direttore artistico del Carnevale Marco Maccapani

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