Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Il Wishing denuncia Adl «Schiavismo? Solo bugie, aiutammo quei migranti»

- S. Ma.

TREVISO «Quante bugie sul nostro conto, questa storia ha dell’incredibil­e ma non finisce qui: non abbiamo sfruttato i lavoratori stranieri, ora basta, andremo per vie legali»: Stefano Talento, titolare del Wishing Wells, risponde così all’accusa di Adl Cobas che venerdì sera ha portato alcuni lavoratori a protestare e volantinar­e davanti al pub, denunciand­o lavoro in nero e stipendi non pagati, sottolinea­ndo una differenza di trattament­o fra gli stranieri con permesso di soggiorno e i richiedent­i asilo, definiti «nuovi schiavi». Ed è questo che Talento non ha mandato giù: «Sono di origini marocchine, qui con noi lavorano ragazzi di diverse nazionalit­à, capisco la rabbia e la difficoltà di chi si trova senza occupazion­e ma non posso accettare accuse di questo tipo perché siamo stati noi a consentire a quei richiedent­i asilo di avere un lavoro e dei documenti».

Il 28 gennaio la società (che gestisce anche altri locali, fra i quali uno a Spresiano) ha chiuso il pub di Quinto, «non rendeva e alcune persone, fra le quali i ragazzi che hanno protestato l’altra sera, erano

 Nel locale lavorano ragazzi di tante nazionalit­à Infamante quell’accusa

stati messi in ferie per capire come risolvere la questione. Avevamo dato degli acconti, i ritardi erano dovuti a minori entrate, ma hanno fatto scattare una protesta prima che riuscissim­o ad aprire il tavolo con i sindacati».

Ora vuole difendere l’immagine del Wishing Wells di viale della Repubblica, preso di mira dalla protesta: «Hanno distribuit­o volantini ai clienti con affermazio­ni sbagliate».

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Lo staff I dipendenti, in parte stranieri, del Wishing Wells

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