Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
«Il vigile andava promosso». Avrà 20 anni di stipendi
Il Tar annulla il concorso del 1998 per vicecomandante dei vigili di Cittadella: dovrà versare 20 anni di stipendio al mancato vincitore.
PADOVA Correva l’anno 1998. Marco Pantani vinceva il Giro d’Italia, Giovanni Paolo II visitava Cuba, e crollava il governo Prodi. E intanto, Orazio Camporese, vigile urbano di Pontevigodarzere, dava inizio a un’incredibile battaglia giudiziaria per vedersi riconosciuta la promozione a vicecomandante. Un braccio di ferro che si è chiuso soltanto ora, con una sentenza che gli dà ragione e condanna il Comune di Cittadella a pagargli vent’anni di stipendi arretrati. Qualcosa come 400mila euro.
La decisione del Tar, pubblicata nei giorni scorsi, ricostruisce
400 Mila euro, la somma che il Comune di Cittadella dovrà versare
questo caso di giustizia-lumaca fin dal 1995, quando Camporese partecipò al concorso per il posto di vice comandante. «All’epoca ero già un vigile e lavoravo a Curtarolo», ricorda il padovano, classe 1961. «Pensai fosse l’occasione per dare impulso alla mia carriera, mi sentivo pronto». Arrivò secondo e quando, tre anni dopo, il vincitore fu promosso a comandante, lui si convinse che il Comune avrebbe pescato dalla precedente graduatoria per coprire il posto di vice, tornato vacante. Invece l’amministrazione di Cittadella fece un concorso interno e l’incaricò finì a un altro.
Da quel giorno iniziò il rimpallo giudiziario. Il vigile fece ricorso al Tar che impiegò quasi dieci anni per dire che la questione non era di sua competenza. Così, nel 2010, fu un giudice del lavoro a dire che Camporese aveva ragione: il Comune doveva utilizzare la graduatoria del 1995 per coprire l’incarico. L’amministrazione però fece ricorso e stavolta (siamo arrivati al 2014) la Corte d’appello stabilì che la competenza era del Tar. In pratica, ricominciò tutto daccapo, di fronte al tribunale amministrativo che finalmente, 20 anni dopo l’inizio della querelle, ha stabilito che «il Comune aveva l’obbligo e non già una mera facoltà, di servirsi della graduatoria». E quindi «condanna l’Amministrazione al risarcimento del danno da quantificarsi nelle differenze retributive dal momento della mancata assunzione, a far data dal 28 dicembre 1998». Mauro Stori, il legale che ha vinto la causa, si dice «soddisfatto, anche se è difficile giustificare una simile attesa...». E Camporese? «Sono commosso: amo questo lavoro, crea un legame speciale con i cittadini. Ma se 20 anni fa mi avessero dato il posto che mi spettava, avrei potuto partecipare a diversi concorsi pubblici. Mi chiedo se la mia vita, oltre che la mia carriera, avrebbe preso una strada diversa...».