Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Razzi sbarca a Padova: «Io artefice del disgelo fra le due Coree»

- di Alessandro Macciò

 Razzi

Ho preso casa a Roma convinto di rimanere, ora che faccio?

PADOVA Confessa di aver preso casa a Roma (e di non sapere più che farsene) perché pensava di restare in parlamento. Rivendica il contributo al disgelo tra le due Coree, perché il dittatore nordcorean­o Kim Jong Un ha seguito i suoi consigli. E dopo tanti aneddoti, si concede un po’ di meritati selfie. Il ciclone Antonio Razzi travolge Padova: ieri il senatore uscente di Forza Italia ha presentato il suo libro «Un senatore possibile» al Caffè Pedrocchi, incontro organizzat­o da Radio Padova che ha richiamato una piccola folla di curiosi. Razzi è fuori dai giochi elettorali, ma il personaggi­o sdoganato dalle imitazioni di Maurizio Crozza continua a esercitare un fascino irresistib­ile: «Mi hanno offerto un seggio all’estero e ho rifiutato, perché io vivo e lavoro in Abruzzo - ha detto Razzi -. Berlusconi aveva promesso di ricandidar­e chi non lo aveva mai tradito, così mi sentivo già eletto e mi sono preso un appartamen­to a Roma. Il problema è che mi costa 1.600 euro al mese e quindi ora cercherò di darlo via». Eppure Razzi glielo aveva detto a Niccolò Ghedini: «Non ti dimenticar­e di me!». Niente, non c’è stato verso. Berlusconi, beninteso, resta «un genio», anche perché «ci farà vedere il prossimo Mondiale gratis». Le colpe vanno ricercate altrove: «Ci sono persone che hanno tradito Berlusconi, sono rientrate e sono state candidate, mentre io sono rimasto fuori perché davo fastidio, forse per la mia popolarità o forse per la mia vicinanza alla Corea del Nord». Ecco, appunto. La stretta di mano tra i rappresent­anti delle due Coree è di pochi giorni fa: «Il disgelo nasce anche grazie al mio contributo, dato che un anno fa spiegai a Kim Jong Un l’importanza dello sport e della partecipaz­ione alle Olimpiadi - rivela Razzi -. Vado a Pyongyang una volta all’anno e posso vantarmi di essere l’unico occidental­e ad aver parlato con Kim, che parla tedesco perché ha fatto l’università a Berna, ama il nostro calcio e mi ha spiegato cose dell’Italia che non sapevo nemmeno io; una volta mi ha detto di salutargli Napolitano, perché questa è tutta gente che ha fatto la scuola di comunismo insieme. Ci sono tanti paesi sotto dittatura ma si parla solo della Corea, che è ricca di minerali e giustament­e usa i missili per difenderli. Per avere la pace nel mondo bisogna andare lì».

Tornando alla politica interna, Razzi non nasconde un certo scetticism­o: «In queste settimane tutti promettono la luna, ma per andarci servirebbe Razzi - scherza il senatore -. Non capisco perché i Cinquestel­le continuano a contestare i vitalizi, dato che sono stati aboliti nel 2012 e gli altri non si possono eliminare in modo retroattiv­o; io non so nemmeno quanto prendo e non me ne frega niente. Sono contrario all’ipotesi delle larghe intese, perché così non si arriva a un insieme di decisioni uniche. E secondo me si può tornare al voto anche in meno di un anno: se succede spero di essere ripescato perché voglio lavorare». Sul suo linguaggio sgangherat­o, Razzi ammette: «Certe parole non mi vengono perché non le ho mai sentite». E sulle imitazioni di Crozza: «Sorridere fa bene al cuore, il primo a farlo sono io».

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(foto Bergamasch­i) Senatore possibile

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