Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Razzi sbarca a Padova: «Io artefice del disgelo fra le due Coree»
Razzi
Ho preso casa a Roma convinto di rimanere, ora che faccio?
PADOVA Confessa di aver preso casa a Roma (e di non sapere più che farsene) perché pensava di restare in parlamento. Rivendica il contributo al disgelo tra le due Coree, perché il dittatore nordcoreano Kim Jong Un ha seguito i suoi consigli. E dopo tanti aneddoti, si concede un po’ di meritati selfie. Il ciclone Antonio Razzi travolge Padova: ieri il senatore uscente di Forza Italia ha presentato il suo libro «Un senatore possibile» al Caffè Pedrocchi, incontro organizzato da Radio Padova che ha richiamato una piccola folla di curiosi. Razzi è fuori dai giochi elettorali, ma il personaggio sdoganato dalle imitazioni di Maurizio Crozza continua a esercitare un fascino irresistibile: «Mi hanno offerto un seggio all’estero e ho rifiutato, perché io vivo e lavoro in Abruzzo - ha detto Razzi -. Berlusconi aveva promesso di ricandidare chi non lo aveva mai tradito, così mi sentivo già eletto e mi sono preso un appartamento a Roma. Il problema è che mi costa 1.600 euro al mese e quindi ora cercherò di darlo via». Eppure Razzi glielo aveva detto a Niccolò Ghedini: «Non ti dimenticare di me!». Niente, non c’è stato verso. Berlusconi, beninteso, resta «un genio», anche perché «ci farà vedere il prossimo Mondiale gratis». Le colpe vanno ricercate altrove: «Ci sono persone che hanno tradito Berlusconi, sono rientrate e sono state candidate, mentre io sono rimasto fuori perché davo fastidio, forse per la mia popolarità o forse per la mia vicinanza alla Corea del Nord». Ecco, appunto. La stretta di mano tra i rappresentanti delle due Coree è di pochi giorni fa: «Il disgelo nasce anche grazie al mio contributo, dato che un anno fa spiegai a Kim Jong Un l’importanza dello sport e della partecipazione alle Olimpiadi - rivela Razzi -. Vado a Pyongyang una volta all’anno e posso vantarmi di essere l’unico occidentale ad aver parlato con Kim, che parla tedesco perché ha fatto l’università a Berna, ama il nostro calcio e mi ha spiegato cose dell’Italia che non sapevo nemmeno io; una volta mi ha detto di salutargli Napolitano, perché questa è tutta gente che ha fatto la scuola di comunismo insieme. Ci sono tanti paesi sotto dittatura ma si parla solo della Corea, che è ricca di minerali e giustamente usa i missili per difenderli. Per avere la pace nel mondo bisogna andare lì».
Tornando alla politica interna, Razzi non nasconde un certo scetticismo: «In queste settimane tutti promettono la luna, ma per andarci servirebbe Razzi - scherza il senatore -. Non capisco perché i Cinquestelle continuano a contestare i vitalizi, dato che sono stati aboliti nel 2012 e gli altri non si possono eliminare in modo retroattivo; io non so nemmeno quanto prendo e non me ne frega niente. Sono contrario all’ipotesi delle larghe intese, perché così non si arriva a un insieme di decisioni uniche. E secondo me si può tornare al voto anche in meno di un anno: se succede spero di essere ripescato perché voglio lavorare». Sul suo linguaggio sgangherato, Razzi ammette: «Certe parole non mi vengono perché non le ho mai sentite». E sulle imitazioni di Crozza: «Sorridere fa bene al cuore, il primo a farlo sono io».