Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Cassintegr­ati alla Wanbao Acc L’Inps paga il primo arretrato

Dopo la mobilitazi­one sindacale e mediatica versata la mensilità di novembre

- Marco de’ Francesco

MEL Qualcosa si è mosso. Un po’ di soldi, in conto corrente, sono arrivati ieri. Forse anche grazie alla mobilitazi­one della stampa (il «Corriere del Veneto» ha dato per primo la notizia sabato scorso), l’Inps ha pagato le indennità di cassa integrazio­ne per il mese di novembre. Mancano per i lavoratori della «Wanbao Acc Italia», dicembre e gennaio.

«Ci sono situazioni critiche — afferma Luca Zuccolotto di Fiom Cgil — come quella di un’operaia che lavora quattro o cinque giorni al mese». Significa che ha ricevuto, per tre mesi fino all’altro ieri, solo i compensi lavorativi pari a 12 o 15 giorni.

Dev’essere stato un Natale difficile per ha famiglia ed è nella stessa situazione di questa lavoratric­e, una trentina di unità. In media, le circa 400 «tute blu» della fabbrica cinese di compressor­i per frigorifer­i lavorano due settimane al mese.

«L’azienda avrebbe voluto metterci una pezza — continua Zuccolotto — ma il tipo di “cassa”, un modello finanziato da un decreto interminis­teriale, impedisce l’intervento dell’impresa».

Si tratterebb­e di un problema tecnico. «Si è mossa anche la società che si occupa di contabilit­à per Wanbao — continua Zuccolotto — sollecitan­do la soluzione della grana. Pare che dipenda dal fatto che, quando una posizione risulta per qualche motivo irregolare, l’Inps blocca il pagamento per tutti. La cosa migliore sarebbe segnalare i casi fuori norma che possono

dipendere dal semplice cambiament­o di Iban. Si pagano gli altri e poi si risolvono i casi specifici».

In effetti i soldi ci sono. Perché all’articolo 11 del decreto del 15 settembre 2017, si legge che si autorizzav­a, «nel limite complessiv­o di 3,2 milioni di euro, la prosecuzio­ne del trattament­o di integrazio­ne salariale in favore di un numero massimo di 170 unità mensili a tempo pieno, corrispond­enti ai 427 dipendenti dell’azienda».

«La prossima settimana interverre­mo» aveva tuonato Luciano Zaurito (Uilm Uil) sabato scorso. L’idea era quella di un sit-in di tutti i lavoratori dell’azienda davanti alla sede Inps di Belluno. Ma i sindacati sperano che la questione si possa risolvere presto e senza manifestaz­ioni

Intanto l’Ideal Standard di Roccasecca, Frosinone, è passata alla «Saxa Gres» di Anagni. La multinazio­nale delle delle rubinetter­ie e dei sanitari aveva annunciato la chiusura dell’impianto gemello di quelo di Trichiana e la messa in mobilità dei 300 lavoratori. Invece, con un’operazione da 30 milioni di euro, sostenuta da governo e Regione Lazio, i lavoratori cambiano azienda. «Ora che è stato risolto il problema principale — afferma Nicola Brancher di Femca Cisl — si può prendere in mano la questione Trichiana. La società presenti un piano industrial­e, a garanzia dei volumi produttivi e dei 550 posti di lavoro».

Ideal Standard Venduta la fabbrica «gemella» di Trichiana Attesa per le conseguenz­e

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La denuncia Ecco l’articolo del «Corriere del Veneto» che sabato denunciava la situazione alla Wanbao Acc
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