Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Le «cinquecento cose fatte» Ecco il bilancio di Manildo «Per noi è il secondo tempo»
Case popolari, ciclabili, strade, verde e cultura: «Più forti di prima»
TREVISO Manildo fa cinquecento: ha contato interventi su case popolari, piste ciclabili, verde pubblico, viabilità e illuminazione, ma anche grandi mostre e cultura, sicurezza e controllo di vicinato, e arriva a mezzo migliaio. «La cura della propria città è il primo atto d’amore – ha detto il sindaco Giovanni Manildo illustrando i suoi cinque anni di amministrazione – e con queste opere, interventi e attività lo abbiamo dimostrato».
L’elenco è pubblicato sul sito internet del Comune, per essere fruibile ed eventualmente giudicabile. In centro? Le riqualificazioni delle piazze, la nuova biblioteca, il cinema all’aperto. A San Giuseppe? I percorsi ciclo pedonali. A Monigo? Gli spogliatoi del Rugby. Fuori dalle mura? «Per qualcuno in intervento che non ha richiesto una grande spesa come il semaforo in curva Bricito, sul Put, è importantissimo, per altri lo sarà la messa in sicurezza idrica di San Lazzaro e della Ghirada, che ha evitato ulteriori allagamenti. Non ci sono opere più o meno importanti, è una visione complessiva della città».
Elenca, Manildo, per cominciare ufficialmente la sua campagna elettorale mettendo nero su bianco le «cose fatte» nel rendiconto amministrativo da presentare ai consiglieri comunali (nella seduta del 22 febbraio) e ai cittadini in una serie di incontri nei quartieri (a partire da mercoledì 28 febbraio all’auditorium Stefanini). Sa che non sarà facile, è pronto a incassare: «Le critiche aiutano a crescere ma mi aspetto soprattutto un dialogo costruttivo e la rappresentazione dell’interesse dei trevigiani».
Cinquecento interventi fra 2013 e 2018 sono un numero consistente, anche se qualcosa è rimasto indietro, inevitabilmente: della promessa ciclabile di via Santa Bona Vecchia si parlerà la prossima settimana durante un incontro con i residenti, le piazze pedonalizzate non sono ancora davvero state rilanciate e tanti buchi neri, sia in centro che nei quartieri, sono rimasti tali. Cos’è mancato? «Il tempo» risponde il sindaco. I soldi invece, che all’inizio sembravano il problema maggiore, sono arrivati: «Si impara facendo e ci siamo procurati le risorse con il bando periferie e il bando per l’autorità urbana, e abbiamo avuto la fortuna dell’offerta pubblica di Save. Il tempo per investirle è importante». Per questo si ripresenta per il secondo mandato, per usarle: «Per noi è il secondo tempo della partita». Di una cosa è sicuro: «Ho fatto del mio meglio e la squadra di giunta è cresciuta molto, prendendo con grande serietà l’impegno preso con i cittadini, imparando dai propri errori e senza cambi in corsa (ma con l’aggiunta di un assessore, ndr). Siamo più forti di quando abbiamo iniziato». Tutti riconfermati per l’eventuale prossimo mandato quindi? «Nessuno l’ha chiesto per potersi candidare, chi è qui vive la politica come servizio, non come un vantaggio».
Non dà giudizi né si dà voti, per quello c’è ancora tempo fino alle elezioni di maggio, ma traccia un bilancio che vuole portare fuori da Ca’ Sugana, partendo con dei volantini suddivisi per quadranti e aree tematiche: saranno distribuiti in bar e negozi di tutta la città. In ognuno ci saranno anche i progetti futuri: parcheggi, palazzetti per lo sport e illuminazione smart.