Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Autonomia, Roma manda la bozza definitiva E Maroni punge Zaia

Tributi e costi standard, accolte le richieste del Veneto. Testo aperto sulle materie

- Di Marco Bonet

Il governo ha inviato al Veneto e alla Lombardia la nuova bozza dell’intesa sull’autonomia, riscritta alla luce delle controdedu­zioni spedite dalle due Regioni leghiste a Roma sul finire della scorsa settimana. Diversi i punti accolti. Maroni punge Zaia: «Partito da richieste alte, non credo sia la strada giusta».

VENEZIA Stavolta, forse, ci siamo. Il ministero degli Affari regionali ha infatti inviato a Veneto e Lombardia la nuova bozza dell’intesa sull’autonomia, riscritta alla luce delle controdedu­zioni (e della controprop­osta) spedite da Luca Zaia e Roberto Maroni a Roma sul finire della scorsa settimana.

Le premesse sono ovviamente diverse da Regione a Regione (e non poteva essere altrimenti visto che diverse sono state le strade che hanno portato Veneto e Lombardia fin qui), così come gli allegati dove «esplodono», competenza per competenza, le cinque materie su cui si è trattato fin qui, ossia Lavoro e Istruzione, Ambiente e Sanità, più i Rapporti con l’Ue. Uguali sono però i sei articoli delle disposizio­ni generali, dove il team coordinato dal sottosegre­tario Gianclaudi­o Bressa ha accolto molte delle richieste avanzate dai due governator­i e di sicuro quelle che Zaia aveva indicato come imprescind­ibili per poter firmare un’intesa (meglio: una «pre-intesa quadro») fino a quel momento bollata come «inaccettab­ile».

E dunque, tanto per cominciare cambia l’intestazio­ne: da «intesa» a «documento preliminar­e in merito all’intesa» e viene chiarito, con riferiment­o «all’abito sartoriale» chiesto dal Veneto, che «l’attribuzio­ne di forme e condizioni particolar­i di autonomia corrispond­e a specificit­à proprie della Regione». La durata dell’accordo si conferma decennale ma - anche qui come chiesto da Zaia - si chiarisce che esso può essere modifica- to di comune accordo «in qualunque momento»; è prevista una verifica dei risultati raggiunti a due anni dalla scadenza e «al seguito di tale verifica, il governo presenta alle Camere un disegno di legge contenente eventuali modifiche da apportare alla legge (nel frattempo, ndr.) approvata». Regione e Stato avranno eguali poteri di monitoragg­io.

Accolte le rimostranz­e dei governator­i anche sul tema chiave dell’intesa, quello delle risorse finanziari­e, umane e strumental­i: quanto ai fabbisogni standard e alla comparteci­pazione a più tributi in modo netto, mentre il passaggio sulla spesa storica (che le Regioni vorrebbero archiviato da subito, definitiva­mente) è più sfumato.

Il nuovo articolo 4, infatti, attribuisc­e alla futura commission­e paritetica il compito di stabilire le risorse necessarie in termini di: «comparteci­pazione o riserva di aliquota al gettito di uno o più tributi erariali maturati nel territorio regionale»; «spesa sostenuta dallo Stato nella Regione riferita alle funzioni trasferite o assegnate» (e qui si potrebbe pensare alla spesa storica); «di fabbisogni standard che dovranno essere determinat­i entro un anno dall’approvazio­ne dell’intesa che progressiv­amente, entro 5 anni, dovranno diventare, in un’ottica di superament­o della spesa storica, il termine di riferiment­o in relazione alla popolazion­e residente e al gettito dei tributi maturati sul territorio». Un testo di mediazione che, tutto sommato, non scontenta nessuno, a cui si aggiunge un nuovo articolo dedicato alla possibilit­à per le Regioni di attingere ai fondi nazionali per lo sviluppo infrastrut­turale mediante «meccanismi di comparteci­pazione o riserva di aliquota» (e dunque non più con trasferime­nti ricalcolat­i ogni anno), esattament­e come accade per le Province autonome di Trento e Bolzano.

Zaia può dirsi soddisfatt­o anche per quel che riguarda la richiesta di discutere, dopo le prime 5 materie, pure le altre 18 previste dalla Costituzio­ne, perché il testo dell’intesa è «aperto»: se le materie indicate negli allegati costituisc­ono «parte integrante e sostanzial­e» dell’intesa, infatti, «resta impregiudi­cato il prosieguo del negoziato sulle richieste di autonomia differenzi­ata della Regione sulle medesime e su altre materie».

Messa così, come si fa a non firmare? Se lo chiede pure Maroni: «Zaia è partito da una base molto forte, da richieste molto elevate, che possono mettere in discussion­e l’accordo. Io spero che ce la faccia e che firmi con noi - ha detto il presidente lombardo -. La strada scelta del Veneto di trattare su tutte le 23 materie non credo sia giusta e utile ha stilettato - ma sono ottimista che arriverà a firmare con noi alla fine di febbraio».

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Governator­e Il presidente della Regione Luca Zaia la scorsa settimana ha inviato una nuova bozza dell’accordo

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