Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Ha sessant’anni e vive in paese «Vi svelo chi è Erostrato»
C’è chi ha scoperto l’identità del folle. La perizia
CESIOMAGGIORE (BELLUNO) «Ha sessant’anni, vive nel centro del paese e fa lavoretti saltuari. Ma non è isolato dalla comunità, ha una doppia faccia». A Cesiomaggiore c’è chi ha scoperto l’identità del folle che da sette mesi danneggia, incendia e minaccia anche i bambini. O meglio, c’è chi ha scoperto l’identità di uno dei tre indagati, quello nella cui casa sono state trovati gli oggetti più compromettenti. Sono in corso le perizie per unire agli indizi le prove scientifiche.
del fatto come un agente di polizia giudiziaria senza tuttavia avere la soluzione in mano.
Certo quello che non sa la comunità può comunque essere raccolto tra vicoli e anfratti. Qualcuno ha capito e qualcun altro ha la certezza. Forse stanno tra le dita di una mano le persone che hanno individuato l’indagato principale, vuoi perché coinvolte come figure istituzionali, vuoi perché «parti lese», vuoi perché hanno dato un qualche tipo di contributo alle indagini. Tre di queste, autorevoli, ci hanno aiutato a ricostruire l’identikit senza rivelarci l’identità del sospetto (lo chiedono le forze dell’ordine è potete immaginarvi perché).
Ecco alcune delle frasi che vi consegniamo dopo averle un pochino affastellate per nascondere le fonti: «Ha circa sessant’anni e vive in centro, non dovrei dirglielo perché faccia conto che in centro a Cesio saremo cinquecento, il resto sono distribuiti fuori tra frazioni»; «Sì l’ho visto e lo vedo per la strada, ha frequentato il paese e non è una persona che vive completamente isolata. Insomma, ha una doppia faccia. Avrei anche voglia di dirle di più ma non posso»; «Vuole sapere perché ha cominciato sette mesi fa? Conoscendo l’indagato le dico che sospetto ho. In quel periodo c’era l’ipotesi che un gruppo di immigrati venisse ospitato all’hotel Posta (albergo a due stelle oggi chiuso e vicino all’ufficio postale ndr). Secondo me questa persona, che ovviamente è disturbata, si è sentita minacciata. Mi capisca: non sto dicendo che è colpa degli immigrati che tra l’altro non sono mai arrivati, però posso pensare che gli insulti al sindaco che aveva aperto all’ipotesi, al parroco, agli immigrati e tutte le simbologie naziste inizino lì»; Già, ma i bambini?: «Non c’è un movente, solo una miccia che ha acceso il disturbo. Poi ha visto il clamore e ha cominciato ad alzare il livello del gioco perché ha capito che doveva farlo per far parlare di sé. Si è trovato in mezzo al suo delirio e gli è piaciuto»; «Fa lavoretti saltuari e ha piccoli studi tecnici alle spalle. Il resto lo ha letto sul computer, comprese le simbologie sataniche che secondo me non c’entrano nulla. Ho sentito dire che nella piccola biblioteca di paese c’è una persona sola che ha chiesto di continuo libri di storia negli ultimi mesi e penso lo abbiano controllato ma non so dire se è lui. Io non l’ho mai visto entrare».
Fin qui le voci. Prima ci sono state le indagini. Giusto per chiarire: la procura e le forze dell’ordine sono convinte di avere imboccato la pista giusta. Ovvero che i tre indagati, a quanto pare legati da parentela, li porteranno al colpevole e alla richiesta di una misura restrittiva. Hanno prove importanti che li hanno condotti fin lì. E una volta arrivati lì stanno cercando di chiudere il cerchio con l’aiuto del Ris, ovvero di un‘impronta o una perizia. A casa di uno dei tre indagati c’era una scatola di spilli: sono dello stesso tipo di quelli nascosti nelle caramelle dei bambini? C’era un quaderno a quadretti con pagine strappate: la carta è la stessa usata per le lettere all’antrace? C’erano computer: hanno fatto ricerche di che tipo e quando? Insomma, se un cesiolino avesse studiato Erostrato sette mesi fa sarebbe una coincidenza difficile da digerire... Queste sono le settimane delle perizie, di queste che vi abbiamo raccontato e di chissà quante altre. Ci vuole un po’ di tempo ma la giustizia farà il suo corso: «Io sono convinto che questo soggetto arriverà a processo e allora capiremo. E forse qualcuno rimarrà sorpreso. Altra cosa: secondo me fino ad allora non colpirà più».
Nel frattempo a Cesiomaggiore la vita continua. Ieri le scuole erano chiuse e i bambini correvano comunque per le strade. I nonni li guardavano solo un po’ più da vicino: «Terrorizzati? No, ma se lo prendono è meglio».