Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Da Arabba alla Marmolada Le Dolomiti «on the road»
UNA MONTAGNA DI LIBRI Domani la presentazione della guida della Lonely Planet. I consigli dettagliati di viaggio, da Arabba alla Marmolada Un’ampia sezione su cultura e tradizioni. La «lotta» fra Trento e Cortina
Domani, a Cortina d’Ampezzo, nell’ambito della rassegna Una Montagna di Libri, viene presentata la guida Lonely Planet «Dolomiti». Intervengono, con gli autori Denis Falconieri e Piero Pasini, Gianpaolo Bottacin, Gianpietro Ghedina, Marcella Morandini, Angelo Pittro, Giuliano Vantaggi. Palazzo delle Poste, ore 18 (per informazioni: www.unamontagnadilibri.it).
Aotto anni dalla consacrazione a Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco, le Dolomiti hanno la loro guida. È con una mucca ritratta in copertina in un accattivante filtro ottico in stile Instagram che fa il suo ingresso nella biblioteca della iconica guida Lonely Planet il volume interamente dedicato ai Monti Pallidi. La guida più conosciuta al mondo si occupa, finalmente, di questo territorio a fortissima, quasi esclusiva vocazione turistica eppure sempre difficile da raccontare nella sua integrità, trattandosi di regione di frontiera: Belluno, Trento, Bolzano, il Friuli, con qualche sconfinamento nell’Austria... Quali siano i confini esatti delle Dolomiti è difficile a dirsi e si capisce fin dalle prime pagine. La guida - che è in libreria da dicembre e che è stata realizzata con il decisivo aiuto della Fondazione Dolomiti Unesco - porta un contributo alla promozione del territorio più importante del lavoro di questo o quell’ufficio stampa.
Come sempre, la gran parte della Lonely Planet - nata sulla strada, nei primi anni Settanta, dalla coppia di viaggiatori Tony e Maureen Wheeler - è occupata dalla sezione «On The Road», ovvero dai consigli dettagliati di viaggio. A volo d’uccello, passiamo dall’estremo ovest delle Dolomiti di Brenta al «cuore» del territorio dolomitico, rappresentato dalla Marmolada, dalle Odle della Val Badia e da Cortina, fino alle Dolomiti Friulane e d’Oltrepiave. Del Bellunese la Lonely Planet rintraccia ogni angolo: da Arabba, descritta come «il crocevia strategico dello sci», al Passo Falzarego con il Lagazuoi, al solitario, magico Passo Giau, al Cadore nella sua bellezza selvaggia, passando per gli storici rifugi, come il Nuvolau e il Cinque Torri, fino ai musei (particolarmente ben segnalati i tanti della Grande Guerra).
La Lonely Planet propone anche vari itinerari a piedi, sulle tracce dell’Uomo di Mondeval, nelle Alte Vie, intorno alle Tre Cime oppure alle sorgenti del Piave, o intorno al Civetta e alla Moiazza, in bicicletta e ancora sugli sci, come il Sellaronda, tra i passi Sella, Pordoi, Gardena, Campolongo. Segue una esauriente sezione che si muove tra storia, cultura e tradizioni. A Dino Buzzati è dedicato un riquadro veloce, mentre Carducci che dedicò un’ode al Cadore e la scrittrice e resistente Giovanna Zangrandi che scrisse le Leggende delle Dolomiti non figurano nella guida. Ma è vero che l’oblio sulla letteratura è generale e non si può imputare al lavoro certosino di Giacomo Bassi, Denis Falconieri e Piero Pasini, che da non-dolomitici si sono dovuti informare moltissimo nelle settimane che hanno passato in zona per raffigurare pienamente il territorio. Anzi, il merito della guida è anche nella grande varietà di interessi: c’è la cucina dolomitica, tra canederli e speck, ci sono i percorsi per lo sci di fondo e per le immancabili ciaspole, ma ci sono anche pioniere del turismo come l’albergatrice pusterese Emma Hellensteiner e preziosi suggerimenti culturali.
A proposito. Anche i più accorati campanilisti trentini e sudtirolesi devono riconoscere che il territorio bellunese, con Cortina, è il baricentro geografico, la cerniera delle Dolomiti. Eppure la Lonely Planet, nella Top 15 delle località da visitare, mette al primo posto assoluto Trento, capoluogo pedemontano che rispetto al cuore delle Dolomiti è un po’ decentrato. Le ragioni forse sono anche politiche ed economiche, si dirà, nell’Italia divisa tra statuti ordinari e speciali. Ma questa è un’altra storia.