Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Ragazzo violentato al centro per l’asma
Misurina, 15enne di Conegliano bloccato a letto da tre coetanei. A processo il vigilante
BELLUNO Lo hanno legato a letto, nell’Istituto per la cura dell’asma Pio XII di Misurina, e l’hanno violentato. I fatti risalgono al 2013. Vittima, di Conegliano, e i tre ragazzi accusati dello stupro, tutti del Trevigiano, all’epoca dei fatti, erano adolescenti, tra i 14 e i 16 anni. I tre ora sono a processo al tribunale dei Minori di Venezia. A Belluno, invece, è imputato il vigilante che avrebbe dovuto controllare meglio i suoi assistiti e quindi impedire lo stupro.
BELLUNO Se qualcuno si trovasse a passare per Auronzo di Cadore, nel Bellunese e raggiungesse Misurina si fermerebbe senz’altro a osservare meravigliato le Dolomiti. Al centro di Misurina troverebbe il lago omonimo che restituisce il riflesso delle cose che lo circondano: montagne, alberi, sentieri. Su una delle rive, l’immagine dell’istituto Pio XII Onlus una struttura extraospedaliera accreditata con il Servizio sanitario nazionale attraverso la Regione Veneto come centro per la cura e la riabilitazione dell’asma infantile. In questo scenario di bellezza e pace, a 1.752 metri di altitudine, nell’estate di cinque anni fa si sarebbe consumato un crimine orribile. Un ragazzino che allora aveva 15 anni sarebbe stato violentato sessualmente da alcuni suoi coetanei.
I fatti risalgono alle settimane tra fine luglio e inizio agosto del 2013. Durante una notte tre ragazzi ospiti della struttura, di età compresa dai 14 ai 16 anni, si sarebbero intrufolati nella stanza di un altro quindicenne. Dopo averlo immobilizzato a letto, legandogli mani e piedi con lo scotch, lo avrebbero costretto a subire violenze sessuali. I tre ragazzi avrebbero utilizzato anche un paletto di ferro. La domanda che sorge spontanea è come mai nessuno li abbia sentiti, visti e fermati. In una struttura all’avanguardia, non ne esistono altre così in Italia, è strano che non ci fosse qualcuno a vigilare per i corridoi.
Qualcuno però c’era. E non ha visto o non ha voluto vedere. Ieri mattina a Belluno è cominciato il processo a carico di Alberto Sandini, il trentaduenne vicentino che all’epoca dei fatti aveva il compito di controllare che durante la notte non accadesse nulla fuori dall’ordinario. I reati contestati sono violenza sessuale di gruppo aggravata, visto che i protagonisti erano tutti minorenni, e omessa vigilanza. Non impedire un evento che si ha l’obbligo giuridico di impedire equivale a cagionarlo.
Ieri è stata fissata la prima udienza. Il 10 ottobre alle 9.30 si sentiranno i testimoni del pubblico ministero, dell’accusa e della difesa. Il 5 dicembre la parola passerà all’imputato. La parte offesa non si è costituita parte civile. Mentre i tre che hanno commesso la violenza sono sotto processo al tribunale dei Minori di Venezia. I ragazzi si erano conosciuti nella struttura di Misurina. Provenivano tutti dal Veneto, anche la vittima che era di Conegliano. Si erano recati fin lassù per problemi di salute.
L’istituto Pio XII offre il servizio di attività ambulatoriale e la possibilità di soggiorni per ricoveri diagnostici, terapeutici e riabilitativi. Gli asmatici che vengono ricoverati si rinforzano perché vivono per un periodo in un contesto sano e attivo imparando a gestire i loro sintomi con attività fisica e seguendo un progetto di educazione sanitaria. Sandini, che oggi è difeso dal penalista Giovanni Caruso, invece, aveva deciso di fare una stagione nell’istituto di Misurina per racimolare qualche soldo come addetto alla vigilanza notturna e pagarsi così l’università. È una storia da cui escono sconfitti tutti. La vittima che rimarrà segnata a vita, sotto la pelle, da ciò che ha dovuto subire. I tre carnefici. Il vigilante notturno. E la comunità, intesa in senso generale, che ha dalla sua la responsabilità dell’educare e del vivere insieme agli altri.
I fatti L’episodio risale all’estate del 2013