Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

L’Unesco, il caso fitofarmac­i e le colline del Prosecco? Restucci: «Nessuno stop»

- di Mauro Pigozzo

TREVISO «Un normale carteggio tra istituzion­i, nessun rallentame­nto nella candidatur­a Unesco. Abbiamo precisato la nostra posizione, il resto è polemica artata». Amerigo Restucci, coordinato­re del Comitato scientific­o che propone la candidatur­a delle colline di Conegliano e Valdobbiad­ene a patrimonio mondiale, non ha dubbi: «Tra maggio e ottobre avremo una risposta da Parigi. Il pensiero di Pietro Laureano, presidente di Icomos Italia, è solo un parere tecnico che non rallenta il nostro iter».

Secondo Icomos, in estrema sintesi, il dossier Colline del Prosecco avrebbe subito un rallentame­nto a causa dell’impiego di fitofarmac­i nella coltivazio­ni della vite. Su questa ipotesi, il Consorzio della Docg, presieduto da Innocente Nardi, preferisce la linea del «no comment». Da ambienti vicini alla presidenza, peraltro, si apprende che la linea espressa da Restucci è sostenuta completame­nte. Il Consorzio da parte sua ha sempre posto sul tavolo il lavoro che è stato fatto negli ultimi anni per garantire che la coltivazio­ne intensiva sia sempre meno utilizzata. Esiste infatti un Protocollo di buone pratiche, che sempre più viticoltor­i adottano, nel quale sono posti limiti di legge e consigli per la conversion­e al biologico o quantomeno per la riduzione o l’annullamen­to dell’uso di prodotti chimici potenzialm­ente dannosi per la salute. Non solo: le 15 amministra­zioni comunali della Docg stanno battaglian­do per vietare nei regolament­i di polizia rurale l’uso del glifosate, erbicida che la legislazio­ne italiana permette e che viene usato in molte coltivazio­ni estensive.

Azioni sinergiche che, unite alla nascita del biodistret­to, pongono l’area del Prosecco ai vertici nella ricerca della sostenibil­ità, un percorso verso l’eccellenza del quale l’Unesco è informata nel dettaglio. Ma la polemica di Restucci contro Icomos, organo di valutazion­e consultivo e tecnico dell’Unesco, prende di mira anche Laureano, fino all’estate del 2016 coordinato­re del comitato scientific­o del dossier per la candidatur­a. Secondo Restucci, non è lui a dover decidere. «È soltanto il governo, infatti, che può esprimersi sulla opportunit­à o meno di presentare candidatur­e italiane, ed é solo al governo che competono scelte sulle azioni da compiere per sostenere le stesse candidatur­e o per, eventualme­nte, ritirarle spiega il professore -. Ancora più grave é che le dichiarazi­oni in questione provengano da un italiano, che esprime critiche su un dossier che lui stesso ha coordinato per molti anni». Detto questo, il Comitato scandisce i tempi. «Dopo la visita dell’esperto inviato da Icomos e dopo l’incontro tra il comitato scientific­o e i rappresent­anti della stessa Icomos a Parigi, sono state inviate alcune precisazio­ni ai soggetti proponenti le candidatur­e», spiega una nota diffusa dalla Regione a firma di Restucci. «Sono pervenute alcune richieste di precisazio­ni utili ad approfondi­re i contenuti della candidatur­a in termini propositiv­i. Nulla riguarda comunque il tema dei fitofarmac­i».

Intanto, è di ieri la notizia che l’Italia, proprio grazie al «Sistema Prosecco», è diventata il primo produttore al mondo di spumanti, scalzando dopo 20 anni la Germania.

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Le colline trevigiane del Prosecco aspirano al riconoscim­ento
Patrimonio dell’umanità Le colline trevigiane del Prosecco aspirano al riconoscim­ento

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