Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Mestre, tre suicidi di adolescenti in un mese Ieri, dopo il funerale di un 14 enne, si è tolto la vita un coetaneo. Il 20 gennaio una 16enne si era gettata nel vuoto
MESTRE Non si erano ancora affacciati alla vita, erano giovani, appena entrati nell’adolescenza, all’apparenza erano spensierati come tutti si aspettano che siano i ragazzi, ossia bramosi di crescere e vivere. E, invece, hanno scelto di farla finita, di non diventare adulti. Tre in un solo mese, poco più che bambini. Succede a Mestre, dove ieri mattina, al Duomo in piazza Ferretto, la famiglia e i compagni di scuola hanno salutato per l’ultima volta il quattordicenne che una settimana fa ha deciso di togliersi la vita e dove ieri pomeriggio un giovane della stessa età, mentre la mamma e il papà erano fuori casa, si è ucciso. Due vite spezzate, due famiglie distrutte e due ragazzi che si conoscevano indirettamente: il fratello del ragazzo che ieri si è suicidato era amico del giovane morto una settimana fa e la sua famiglia, ieri mattina, era al Duomo a portare l’estremo saluto all’amico del figlio.
I due casi, uniti da un tremendo destino, non sono però gli unici della terraferma veneziana. Lo scorso 20 gennaio, una ragazza di 17 anni si è gettata dal quinto piano di un palazzo in una via residenziale del centro città. «Queste morti le abbiamo tutti noi sulla coscienza commenta la psicologa e psicoterapeuta Giulia Rossetto -. I nostri adolescenti sono nati e vissuti nella crisi, sono senza speranze, sono circondati da adulti che si lamentano sempre, nichilisti e il nostro nichilismo fa loro male, sono senza entusiasmo, pieni di rabbia, per loro vivere o morire è identico». Rossetto segue le famiglie ad affrontare i problemi dell’essere genitori ma, soprattutto, si occupa di adolescenti. «Non si accende la scintille, non colgono la sfida del crescere - continua una ragazza in merito ad un fatto analogo a quelli di cui stiamo parlando mi ha detto “lui è stato coraggioso” e però se noi sappiamo tendere loro la mano, esserci, se noi soffiamo sulle loro vele: la risposta c’è».
La psicoterapeuta ricorda ai genitori che «noi siamo al servizio dei giovani, che sono il nostro futuro» e quindi è bene lasciarli andare e mostrare loro che vivere è possibile come anche sognare e sperare. «Se avete difficoltà conclude - non esitate a chiedere aiuto». I mezzi ci sono, per i ragazzi in crisi e per gli adulti, c’è il telefono Amico all’199.284.484, il telefono Azzurro all’1.96.96 e la Regione Veneto ha creato un servizio per l’aiuto agli imprenditori in crisi ma nessuno all’800.334.343 aggancia la cornetta se chi chiama non è un manager.
La psicoterapeuta I ragazzi sono circondati da adulti che si lamentano e ormai non hanno speranze