Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Torturati dai bulli la verità nel tema I papà denunciano critiche sui social

Treviso, un anno per il pestaggio che precedette l’episodio fatale

- Centin

ZANÈ (VICENZA) Minorenni le vittime, minorenni i carnefici. Appena sotto i 14 anni. Una storia pesante di bullismo e lo sfogo dei ragazzini vittime di angherie in un tema in classe. Nonostante questo, il caso è scoppiato solo con la denuncia di quattro famiglie. Criticate, poi, sui social.

VITTORIO VENETO (TREVISO) È stato condannato a un anno e 10 mesi per averla picchiata e tentato di estorcerle denaro minacciand­ola di darle fuoco. Ma la sentenza che ha riconosciu­to come vera la sua denuncia, lei non ha potuto sentirla. Perché è morta, secondo la procura, per le botte che lui le diede il 28 settembre scorso. E così, il verdetto emesso dai giudici di Treviso mostra come, troppo spesso, i tempi della giustizia non coincidano con quelli del mondo reale. Un mondo nel quale Luca Furlan, 49enne di Preganziol, dopo quei fatti per i quali è stato condannato, avrebbe picchiato ancora Elda Tandura, 66 anni, procurando­ne la morte. E ora è indagato per omicidio preterinte­nzionale. E non è possibile non pensare che, forse, la fragile Elda poteva essere salvata.

La storia di questa coppia, legata da un rapporto turbolento viziato dalla malattia psichica di lei e dall’alcolismo di lui, continua a sussultare di colpi di scena. Prima l’indagine partita in ritardo, di fatto solo con la morte della 66enne. Quindi con il tribunale del Riesame, che ha annullato il provvedime­nto di misura cautelare con il quale il 49enne, il 22 gennaio, a più di tre mesi dal decesso della compagna, era finito in carcere. Si attendono le motivazion­i ma l’annullamen­to potrebbe essere stato deciso per un «vizio di forma», un errore del gip Angelo Mascolo nella redazione dell’ordinanza, contestata dall’avvocato Alessandra Nava, legale dell’indagato, perché troppo simile alla richiesta del sostituto procurator­e Mara Giovanna De Donà. Così il 7 febbraio, nonostante «i grandi indizi di colpevolez­za» insieme al «rischio di reiterazio­ne del reato», per il 49enne le porte del carcere si sono spalancate e lui è tornato libero. Intanto, in tribunale, si è celebrato il processo che lo vedeva imputato di tentata estorsione, lesioni e violenza privata per fatti risalenti al febbraio 2016. I due stavano insieme da tempo, lei molto più anziana, affetta da disturbi psichici e con qualche problema di abuso di alcol. Lui, più giovane, senza occupazion­e e dedito all’alcol. In via Caprera a Vittorio Veneto, dove Elda viveva, li conoscevan­o tutti anche per le loro liti feroci. Lei, che si faceva chiamare «Gaia» e aveva tagliato i ponti con la famiglia, lo aveva denunciato varie volte. Ma poi, a causa dei suoi problemi, tornava ad aprirgli le porte.

Come quel 3 febbraio 2016 quando, secondo l’accusa, al culmine di una lite furiosa, Furlan l’avrebbe picchiata con calci e pugni, strappando­le il telefono dalle mani per impedirle di chiamare i carabinier­i: «Se non mi dai 20 euro ti brucio». Quella volta Elda era riuscita a chiedere aiuto, erano arrivati i carabinier­i e l’uomo era stato denunciato. E ora condannato, sentenza contro la quale il suo avvocato intende presentare appello: «L’accusa di tentata estorsione non sussiste, non c’è prova che ci sia stata».

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Finito nel mirino Luca Furlan, 49 anni
 ??  ?? Uccisa Elda Tandura dopo le percosse
Uccisa Elda Tandura dopo le percosse

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