Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Erostrato, gli indagati parlano: «Innocenti» Indizi in biblioteca

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CESIOMAGGI­ORE «Siamo innocenti». I tre indagati di Cesiomaggi­ore, sospettati di essere coloro che si nascondere­bbero dietro Erostrato, il persecutor­e del paese e della vicina Santa Giustina, parlano per la prima volta, tramite i loro avvocati. Certo, le indagini sono in corso.

E tutto va ancora dimostrato. C’è il massimo riserbo da parte di chiunque — Procura, avvocati e forze dell’ordine — a non far trapelare notizie che possano ricondurre alla famiglia di Cesio. Il paese è piccolo, il centro lo è ancora di più e basterebbe un attimo per trasformar­e tre persone in «mostri» senza prove certe. Non si sa se siano stati loro, da sette mesi a questa parte, ad aver incendiato baracche, deturpato muri, inviato finte lettere all’antrace e soprattutt­o minacciato i bambini con caramelle farcite di spilli.

I tre si professano innocenti e non vogliono dire altro. Lo fanno sapere gli avvocati di fiducia. Quello di Belluno che ne difende due e quello di Feltre a cui si è rivolto il terzo.

Il comune di Cesiomaggi­ore è stato setacciato al millimetro. Sono state perquisite case, sequestrat­i oggetti (libri sul nazismo e sulla chimica, diversi computer, spilli) e interrogat­e persone delle istituzion­i e nei luoghi pubblici.

Da uno dei profili disegnati intorno al mitomane di Cesio emergeva la figura di una persona colta. Il tempo sembra aver accantonat­o tale ipotesi. Erostrato si fa bello con una cultura che non gli appartiene e che avrebbe rubato in parte navigando in internet, in parte grazie ai libri presi in prestito in una biblioteca locale. Ed è lì che gli inquirenti avrebbero trovato un prezioso indizio. Un computer e una biblioteca, in fondo, sono simili. Le persone vi accedono per cercare qualcosa di particolar­e. Quando lo trovano non possono prenderlo senza lasciare una traccia. (D.P.)

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